Non sono ancora entrati nel vivo, ma fanno già molto discutere. Il riferimento è ai negoziati tra Svizzera e Stati Uniti, che puntano a un accordo commerciale per ridurre dal 39 al 15% la quota applicata ai prodotti elvetici. Crescono infatti le critiche, con politici ed esperti che evidenziano la scarsa chiarezza sui contenuti e mettono in discussione la solidità delle basi negoziali.
Approvato l’altro ieri dal Consiglio federale, il progetto di mandato negoziale per un accordo commerciale con gli Stati Uniti a Berna è ora al vaglio delle commissioni parlamentari della politica estera. La Svizzera, sottolinea oggi (domenica) il Sonntags Blick, dovrà fare pesanti concessioni.
Gli investimenti promessi, la porta spalancata ai prodotti USA e le differenze istituzionali
Spiccano in particolare i 200 miliardi di dollari che le imprese elvetiche dovranno investire nei prossimi cinque anni oltreoceano. Un terzo di questa somma, circa 67 miliardi di dollari, dovrà essere investita già nel corso del 2026. Si aggiunge poi anche l’azzeramento delle tariffe doganali svizzere su tutti i prodotti industriali statunitensi e su alcuni prodotti agrari.
Non sono però solo i possibili contenuti dell’accordo a far discutere, bensì anche l’asimmetria dei rapporti istituzionali nei e tra i due Paesi, aspetto su cui si è soffermato ieri il telegiornale di SRF. Mentre in Svizzera il pacchetto negoziale segue infatti un normale iter parlamentare, negli Stati Uniti l’amministrazione di Donald Trump molto probabilmente non lo sottoporrà alle Camere, ma, come spesso accade, si pronuncerà per decreto.
Questa prassi fa sorgere più di un interrogativo sulla solidità dell’accordo commerciale, secondo il direttore del World Trade Institute dell’Università di Berna, Manfred Helsing. “I dazi doganali poggiano su precise basi giuridiche, ma diversi altri aspetti rimarranno avvolti nell’incertezza. La situazione è quindi aleatoria e anche nel Parlamento elvetico si fa largo un sentimento di preoccupazione”.
Secondo il consigliere nazionale socialista Fabian Molina, il patto commerciale “sarà vincolante per la Svizzera, che dovrà anche approvare alcune modifiche di legge, mentre dall’altra parte dell’oceano Donald Trump potrà modificare gli accordi a suo piacimento”.

La rassegna stampa domenicale
Telegiornale 07.12.2025, 12:30

Dazi USA: quando l'abbassamento?
Telegiornale 06.12.2025, 20:00











