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Milano, sgomberato il centro sociale “Leoncavallo”

Dopo centinaia di rinvii, costati pure tre milioni al Ministero dell’Interno italiano, è stato svuotato lo stabile occupato dal 1994 - Esulta Salvini, ma l’intervento ha scatenato subito polemiche

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In Via Watteau la polizia – accompagnata da un ufficiale giudiziario – ha eseguito l’ordine di sfratto

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Di: ANSA/EnCa 

Giovedì mattina in Via Watteau a Milano la polizia – accompagnata da un ufficiale giudiziario – ha eseguito l’ordine di sfratto emesso nei riguardi del centro sociale Leoncavallo a Milano, ordine che era stato rinviato non meno di un centinaio di volte in passato. Lo sgombero definitivo era in programma per il prossimo 9 settembre, ma le autorità hanno ritenuto opportuno accelerare i tempi.

Del resto, la situazione era tale che nel novembre 2024 il Ministero dell’Interno italiano era stato condannato a risarcire tre milioni di euro ai proprietari dell’area proprio a seguito del mancato sgombero degli spazi di Via Watteau, che sono stati occupati nel 1994. Il Ministero in tempi più recenti ha chiesto a sua volta un risarcimento a Marina Boer, presidente dell’associazione “Mamme del Leoncavallo”: solo qualche giorno fa il centro sociale aveva avviato una raccolta fondi per “resistere” all’interno della struttura evacuata stamane.

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Lo sgombero definitivo era in programma per il prossimo 9 settembre, ma le autorità hanno ritenuto opportuno accelerare i tempi

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Infatti, lo storico centro sociale attivo dal 1975 all’origine fu creato in Via Leoncavallo, strada dalla quale fu sgomberato esattamente trentuno anni fa. Ma lasciata la struttura “originale”, dopo qualche settimana fu lo stabile di Via Watteau a essere occupato in pianta stabile.

Già all’inizio delle attività di sgombero, dalle 7.30, sui social network si è diffuso l’appello accorato dei sostenitori del Leoncavallo: “Ci stanno sgomberando! Accorrete numerosi in via Watteau”.

Così mentre le forze dell’ordine nella tarda mattinata di giovedì hanno provveduto a ispezionare l’area, confermando che non sono state trovate persone all’interno dello stabile, è montata subito la polemica politica sulla decisione di “liberare“ lo stabile sede del centro sociale.

Proprio l’associazione “Mamme del Leoncavallo” ha dichiarato giovedì che si trattava di ”uno sfratto esecutivo”, con trenta giorni di tempo “per trovare un accordo con la proprietà per prendere un po’ di cose”, mentre rimarcavano che in ogni caso “il Leoncavallo è andato”.

Il milanese Matteo Salvini, vicepremier e ministro del governo Meloni, ha segnalato: “Decenni di illegalità tollerata e più volte sostenuta dalla sinistra: finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera”.

Esponenti di sinistra come il deputato Marco Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra, ha voluto dal canto suo puntualizzare che il “Leonka” non è “un centro sociale qualunque”, quanto piuttosto “un presidio culturale, politico, umano”., che “ha curato ferite sociali che le istituzioni hanno spesso ignorato”.

01:33

RG 12.30 del 21.08.2025 - Leoncavallo, il servizio di Alessandro Braga

RSI Info 21.08.2025, 13:29

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