Approfondimento

Mondiali in Messico: tra proteste, violenza e sfida della sicurezza

Il Paese ospiterà la Coppa del Mondo FIFA insieme a Stati Uniti e Canada: un evento sotto stretta sorveglianza

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Messico, la sicurezza in cima alle priorità

Telegiornale 30.12.2025, 12:30

Di: Laura Daverio, da Città del Messico

Il Messico si prepara a ospitare il suo terzo Mondiale di calcio, dopo quelli del 1970 e del 1986. Questa volta, però, lo farà insieme a Stati Uniti e Canada, nel primo torneo della storia condiviso da tre Paesi. Il Mondiale del 2026 sarà un evento geograficamente frammentato, distribuito in 16 città, e logisticamente complesso, con milioni di tifosi in movimento attraverso il Nord America e i suoi confini.

In Messico le partite si giocheranno a Città del Messico, che ospiterà la gara inaugurale, a Monterrey e a Guadalajara.

Il tema della sicurezza è diventato centrale ben prima del fischio d’inizio. Il governo messicano, che in materia agisce in parte per scelta e in parte per pressione degli Stati Uniti, vedrà la presenza sul territorio di un team di analisti specializzati dell’FBI. Ogni Mondiale comporta rischi, a partire da possibili azioni terroristiche, vista la visibilità dell’evento. Sono attese tensioni anche per l’arrivo della nazionale israeliana e per le partite che la vedranno in campo, dopo che la FIFA non ha accolto le richieste di boicottaggio.

A questo si aggiunge il fenomeno degli hooligan, tifosi fanatici che ricorrono alla violenza contro i sostenitori avversari. Sullo sfondo resta la violenza strutturale del Paese, dal crimine organizzato a quello comune: degli oltre cinque milioni di turisti attesi in Messico per i Mondiali, molti approfitteranno dell’occasione per viaggiare. Nelle tre città coinvolte è prevista una presenza straordinaria delle forze dell’ordine, con il rischio di sottrarre risorse ad altre aree che resteranno scoperte.

Accanto alla sicurezza c’è il tema dell’immagine. Guadalajara, ad esempio, è la capitale dello stato di Jalisco, che conta il più alto numero di sparizioni forzate del Paese, 16’000 su 130’000 a livello nazionale. Sono problemi che esistono indipendentemente dai Mondiali e che non hanno impedito al Messico di essere il sesto Paese più visitato al mondo. Ma la Coppa del Mondo porterà sotto i riflettori molto più delle singole partite, ed è una sfida che il governo messicano non vuole perdere.

I lavoro all'Azteca Stadium, Città del Messico

I lavoro all'Azteca Stadium, Città del Messico

  • Keystone

Città del Messico diventerà una delle città più sorvegliate al mondo, con oltre 110’000 telecamere attive. Il C5, il centro di comando della capitale, monitorerà snodi sensibili come lo Zócalo, la piazza dove sarà installato un maxischermo per le partite e che si stima accoglierà fino a 60’000 persone al giorno. Sotto controllo anche l’aeroporto e la rotonda dell’Angelo dell’Indipendenza. A completare il sistema ci saranno droni, sensori, altoparlanti, pulsanti di emergenza e unità mobili.

Sul fronte della sicurezza pesa anche il rischio di proteste, frequenti in Messico e soprattutto nella capitale. A metà novembre una manifestazione di massa contro il governo della presidente Claudia Sheinbaum, in particolare contro l’incapacità di arginare il crimine, ha provocato scontri violenti con 120 feriti. Pochi giorni dopo, una protesta nazionale che ha unito contadini e camionisti ha bloccato le principali autostrade del Paese.

Sempre in tema di sicurezza, le compagnie private sono al lavoro per evadere gli ordini legati ai Mondiali, a partire dal noleggio di veicoli blindati. Città del Messico è abituata ai grandi eventi: ospita concerti, competizioni sportive e delegazioni VIP. Secondo Leopoldo Cerdeira, a capo della società di sicurezza Ruhe, specializzata in veicoli blindati, il flusso di arrivi legato alla Formula 1 richiede circa 450 mezzi, sommando diverse aziende private. Per i Mondiali, spiega, si arriverà intorno ai 2’000.

Le società che offrono servizi di sicurezza stanno registrando una crescita che va oltre i Mondiali, i quali richiedono soprattutto prestazioni temporanee come il noleggio dei veicoli. Il vero business è una domanda che si sta estendendo dall’élite alla classe media. Rapine e sequestri, i reati più comuni, avvengono soprattutto quando la vittima è in auto.

Per questo viaggiare su un mezzo blindato è sempre meno un lusso e sempre più un investimento per la classe medio-alta. I costi variano in base al livello di protezione della carrozzeria, dei vetri antiproiettile e agli accessori, che vanno da maniglie capaci di rilasciare scariche elettriche a sistemi che spruzzano gas al pepe dalle ruote. Si parte da una base di 10’000 dollari: una cifra non accessibile a tutti, ma che per chi può permettersela rientra sempre più nei calcoli di una sicurezza quotidiana, anche lontano dai riflettori dei Mondiali.

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