Musulmano e anti-Trump: il prossimo sindaco di New York?

Gli occhi dell’America e del mondo sono puntati sulle municipali di New York, primo test elettorale importante - insieme ad altre consultazioni statali e locali - per la popolarità di Donald Trump. Il favorito nei sondaggi della vigilia è un 34enne musulmano di origini indiane, che viene dalla sinistra del Partito Democratico ed è un critico feroce del suo concittadino newyorkese, il presidente degli Stati Uniti.

Mamdani è dato tra i 4,5 e i 16 punti in vantaggio su Andrew Cuomo, l’ex governatore dello stato di New York, che corre da indipendente dopo avere perso le primarie democratiche. “Se il candidato comunista Mamdani vince le elezioni e diventa sindaco, sarà molto poco probabile che io contribuisca con dei fondi federali, ad eccezione del minimo richiesto” ha messo in guardia ieri l’inquilino della Casa Bianca, dopo essere intervenuto durante tutta la campagna elettorale a favore di Cuomo.

I seggi aprono alle 6 del mattino (mezzogiorno in Svizzera) e si chiuderanno alle 21 (le tre di domani notte). A causa della elevata polarizzazione politica, gli esperti si attendono una forte partecipazione.

Una forte affermazione di Mamdani manderebbe un messaggio in casa democratica. New York City non è certo rappresentativa di tutta l’America, ma la vittoria di un candidato chiaramente a sinistra porterebbe acqua al mulino di chi ritiene che il partito debba profilarsi in modo più energico contro le politiche dell’attuale amministrazione USA, se vuole vincere alle primarie dell’anno prossimo e alle presidenziali del 2028.

Mamdani, per esempio, ha rotto il tabu del sostegno a Israele, criticando aspramente il governo Netanyahu per la guerra a Gaza, in un paese dove studenti sono stati espulsi e atenei sanzonati dal governo federale perchè “hanno sposato la causa dell’antisemitismo”, secondo la Casa Bianca.

L’elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York rappresenterebbe un “chiaro e immediato pericolo per la comunità ebraica” di New York a causa del suo sostegno alle manifestazioni pro-palestinesi in città. Lo ha detto il console generale di Israele a New York Ofir Akunis, citato dal quotidiano israeliano Haaretz.

Per Akunis, che è membro del partito conservatore Likud ed in passato è stato anche ministro la vittoria del candidato democratico costituirebbe una “minaccia chiara e immediata per le istituzioni ebraiche e le sinagoghe, la maggior parte delle quali sono sorvegliate dal Dipartimento di Polizia di New York”.