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Nestlé Waters, la Francia accusata di mancata trasparenza

La commissione d’inchiesta del Senato, ‘’Malgrado la frode ai consumatori che rappresenta la disinfettazione dell’acqua, le autorità non hanno dato seguito giudiziario alle rivelazioni’‘ del 2021

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RG 12.30 del 19.05.2025 - Il servizio di Alessandro Grandesso

RSI Info 19.05.2025, 15:22

  • Keystone
Di: Radiogiornale/ATS/gfont 

Dalle sorgenti alle stanze del potere: in Francia esplode lo scandalo delle acque minerali naturali della multinazionale Nestlé che per anni sono state immesse sul mercato senza che in realtà rispettassero le caratteristiche richieste. La commissione d’inchiesta creata dal Senato francese per indagare sulla vicenda delle acque imbottigliate con processi di filtrazione illegali ha espresso una condanna nei confronti dello Stato francese, reo di non aver messo fine a pratiche contrarie alla legge. Sono state anche espresse critiche contro i dirigenti di Nestlé e della sua filiale Nestlé Waters.

“Malgrado la frode ai consumatori che rappresenta la disinfettazione dell’acqua, le autorità non hanno dato seguito giudiziario alle rivelazioni’” del 2021, si sottolinea ancora nel rapporto.

Lo Stato francese viene accusato di ‘‘dissimulazione’‘ nello scandalo, che riguarda, in particolare, il colosso agroalimentare Nestlé Waters e l’acqua Perrier: è quanto emerge dal rapporto della commissione, secondo cui ‘‘oltre all’assenza di trasparenza da parte di Nestlé Waters, bisogna evidenziare quella dello Stato, sia rispetto alle autorità locali ed europee, sia rispetto ai francesi’‘.

“Dobbiamo stare attenti a non spaventare i consumatori, non è stata dimostrata alcuna contaminazione sanitaria”, si è affrettato a precisare in una conferenza stampa a Parigi Laurent Burgoa, presidente della commissione e senatore del Gard, il dipartimento in cui opera lo stabilimento Perrier di proprietà di Nestlé Waters.

Ma per il relatore Alexandre Ouizille, la “gestione del rischio sanitario” non è stata all’altezza. Il caso, da parte dei dipartimenti governativi, è stato inizialmente visto “come un problema di consumo” e di etichetta. Una volta venuto a conoscenza delle filtrazioni, che sono illegali per le cosiddette acque minerali naturali, “il governo non ha posto fine all’infrazione” e le vendite di acqua in bottiglia di marchi di Nestlé sono continuate. “Nonostante questa frode ai danni dei consumatori le autorità hanno deciso di non perseguire l’azienda”, ha dichiarato l’esponente socialista, insistendo sul fatto che la procura pubblica non è stata informata.

Riferendosi alle audizioni dei dirigenti di Nestlé - compreso il Ceo del gruppo, Laurent Freixe - e Nestlé Waters, la senatrice Antoinette Guhl ha criticato “l’ostinazione a non rispondere alle domande” della commissione. “Da quanto tempo va avanti la frode? Nestlé Waters non risponde”. La risposta si trova “in un documento governativo”, cioè “da circa vent’anni”. Allo stesso modo, sono gli stessi dipartimenti dell’esecutivo a sostenere che il gruppo ha guadagnato “3 miliardi di euro da questa frode”. A suo avviso “descrivere l’affare Nestlé come uno scandalo di Stato è del tutto appropriato”.

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