"Sono cose che possono succedere, e succedono, soprattutto con le spedizioni commerciali che esistono oggi sugli Ottomila. Gli Ottomila sulla via normale non sono più saliti dagli alpinisti ma dai turisti dell'Himalaya, che pagano per poter tornare a casa e dire che sono arrivati in vetta". Vengono "spostati in elicottero da un campo base all'altro, possono respirare ossigeno dalle bombole già a partire dai 5'500 metri e devono solo seguire la corda fissa fino in cima".
Romolo Nottaris in una foto di alcuni anni fa
Lo scalatore ticinese Romolo Nottaris, sostenitore di un approccio agli antipodi di questo, a SEIDISERA della RSI commenta così le immagini che hanno fatto il giro del mondo della morte di Mohammed Hassan - un portatore d'alta quota pachistano - sul K2, la seconda montagna più alta del mondo con i suoi 8'611 metri. Nei video si vedono molti arrampicatori superare l'uomo morente senza fermarsi ad aiutarlo.
Anche se - rileva Nottaris - "salvare oltre gli 8'000 metri di quota qualcuno che stava lavorando con l'ossigeno e magari è rimasto senza è una cosa molto complicata".
Per le popolazioni di quelle areee e persone come la vittima, a quanto sembra non perfettamente attrezzata, "è diventato un grande business", "al campo base dell'Everest ci sono magari 2'500 persone" - spiega Nottaris - e il giro d'affari è cresciuto moltissimo, garantendo guadagni che la gente locale non potrebbe altrimenti ottenere. Dopo la pandemia di coronavirus l'afflusso è fortemente aumentato e questo richiede anche un maggior numero di portatori.
Le autorità pachistane hanno intanto avviato un'inchiesta sul decesso di Hassan e ha sentito alcuni testimoni, fra cui l'altro portatore che lo accompagnava e che lo ha visto cadere, ore prima del decesso. Quel giorno nel punto più difficile e pericoloso dell'ascesa si sono staccate diverse slavine, alcune delle quali hanno colpito degli alpinisti ma non ne hanno trascinato a valle nessuno.

K2: alpinisti senza pietà
Telegiornale 10.08.2023, 20:00