“Teheran difenderà con fermezza i suoi diritti nel campo nucleare e rifiuterà qualsiasi discriminazione”. Hassan Rouhani ha usato queste parole nella telefonata avuta con il primo ministro britannico David Cameron ieri, martedì, la prima a questo livello da oltre dieci anni. Da entrambe le parti è stata espressa la volontà di migliorare i rapporti.
Oggi intanto riprendono a Ginevra proprio le trattative su questa tematica.
Si tratta del terzo incontro in poco più di un mese fra Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania (i cosiddetti 5+1) e chiaramente l’Iran. Entrambe le parti affermano, nonostante le reticenze di Parigi, che sono stati compiuti passi avanti. Il presidente iraniano, che ha sottolineato gli obiettivi pacifici del programma atomico del paese, ha sottolineato che “il linguaggio del rispetto deve prendere il posto di quello delle minacce e delle sanzioni”.
Lo scetticismo di Israele e Francia
Nonostante questi colloqui distensivi, c’è chi continua a rimanere scettico. Israele, che può contare sul sostegno francese, dichiara per bocca del suo premier Benyamin Netahyahu (oggi a Mosca incontrerà il presidente Vladimir Putin) di non fidarsi di Teheran: “Invece di arrendersi alla loro offensiva del sorriso”, ha affermato, “è importante che loro si arrendano alla pressione in atto in modo che abbandonino il programma nucleare”.
Reuters/Ats/AlesS
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Ali Khamenei
La Guida suprema iraniana Ali Khamenei , in un discorso a Teheran, ha affermato che l'Iran vuole essere amico di tutti i paesi e "anche della nazione americana", sebbene il suo Governo sia "ostile". Ha poi dichiarato che l’Iran non rappresenta una minaccia per il mondo e che non cederà nemmeno di una virgola sui suoi diritti.
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