Nonostante le rassicurazioni di Donald Trump su una tregua, la Thailandia ha annunciato oggi, sabato, il proseguimento delle sue operazioni militari contro la Cambogia.
Bangkok “continuerà a condurre azioni militari, fino a quando riterremo che il nostro territorio e il nostro popolo non siano più minacciati”, ha dichiarato il premier Anutin Charnvirakul. Le forze thailandesi registrano tuttavia alcune perdite: 4 suoi soldati hanno infatti perso la vita, è stato indicato in un briefing con i media. Sale così ad almeno una quindicina il numero dei militari thailandesi caduti dalla ripresa dei combattimenti al confine fra i due Paesi del sudest asiatico.
Sul terreno, secondo un portavoce militare, l’aviazione thailandese ha “distrutto con successo” due ponti in Cambogia utilizzati per il trasporto di armi. Per parte sua il ministero della difesa cambogiano ha dichiarato che le forze thailandesi “hanno usato due jet F-16 per sganciare 7 bombe” su vari obiettivi.
La Cambogia ha intanto deciso di sospendere “completamente tutti i movimenti di ingresso e uscita da tutti i valichi di frontiera” col Paese confinante “con effetto immediato e fino a nuovo avviso”, ha dichiarato in una nota il ministero degli Interni di Phnom Penh. A seguito degli scontri, si registrano nella regione centinaia di migliaia di sfollati.
Thailandia e Cambogia si contendono la sovranità su alcune porzioni di territorio, dove sorgono templi risalenti all’antico impero Khmer, lungo il confine stabilito all’inizio del XXmo secolo, durante il periodo coloniale francese. A fine ottobre, sotto l’egida del capo della Casa Bianca, i due Stati avevano siglato un cessate il fuoco. La Thailandia lo ha però rotto poche settimane più tardi, dopo l’esplosione di una mina che ha causato il ferimento di diversi suoi soldati.


