Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato martedì di aver revocato i visti a sei stranieri a seguito dei commenti sui social media riguardanti l’assassinio dell’attivista di destra Charlie Kirk avvenuto il mese scorso. “Gli Stati Uniti non hanno alcun obbligo di ospitare stranieri che augurano la morte agli americani. Il Dipartimento di Stato continua a identificare i titolari di visto che hanno celebrato l’atroce assassinio di Charlie Kirk” si legge in un post su X.
Nello stesso post sul social network si fanno anche gli esempi di “stranieri che non sono più benvenuti negli Stati Uniti”: si tratta di cittadini provenienti da Argentina, Brasile, Germania, Messico, Paraguay e Sudafrica.
Sempre ieri, martedì, il presidente statunitense Donald Trump aveva definito l’attivista conservatore assassinato a settembre un “martire per la verità e la libertà”. Durante la cerimonia per la consegna postuma della medaglia per la libertà, nel giorno del 32° compleanno di Charlie, Trump lo ha paragonato a Socrate, San Pietro, Abraham Lincoln e Martin Luther King.
E in onore dell’attivista, suo fervente sostenitore, l’inquilino della Casa Bianca ha proclamato il 14 ottobre giornata nazionale della memoria per Charlie Kirk. In una nota dopo la cerimonia per la consegna postuma della medaglia della libertà il leader repubblicano ha invitato “il popolo americano a riunirsi in questo giorno nei rispettivi luoghi di culto, per rendere omaggio alla memoria” di Kirk, freddato da una fucilata il 10 settembre mentre partecipava a un evento.

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