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Sempre più persone soffrono dell’ansia di telefonare

Chi non ha in mano un telefonino ogni giorno? Eppure usarlo per la sua funzione primaria mette paura a tanti - Nuove forme di comunicazione si stanno imponendo

  • 1 settembre, 14:50
  • 1 settembre, 16:04
phonefobia

"Rispondo o no? Che succede poi?"

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Di: Omar Cartulano 

Si passa sempre più tempo col telefonino in mano, ma se ne trascorre sempre meno a telefonare. Sembra un paradosso, eppure è una realtà per sempre più persone, in particolare i giovani, che soffrono di “telefonofobia”. A dirlo già da alcuni anni sono numerosi sondaggi e inchieste nel mondo occidentale, tra cui per esempio quella effettuata negli scorsi mesi dal portale Uswitch: in Gran Bretagna il 25% delle persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni afferma di non rispondere mai al telefono.

Gli intervistati raccontano di ignorare lo squillo, di rispondere via SMS o di cercare il numero online se non lo riconoscono. L’indagine britannica ha inoltre rilevato che quasi il 70% dei giovani preferisce un testo a una telefonata. Già un sondaggio condotto nel 2019 tra gli impiegati d’ufficio del Regno Unito aveva messo in evidenza come il 40% dei baby boomer e il 70% dei millennial sperimentassero pensieri ansiosi allo squillare del telefono.

Un’azione appartenente a un’altra generazione?

In Svizzera e in Ticino non si dispone di dati precisi sul fenomeno, ma non ci sono dubbi su quanto sia diffuso anche alle nostre latitudini e un breve giro d’opinioni tra la gente a Lugano non ha fatto che confermarcelo. Secondo il professore in Scienze della comunicazione Gabriele Balbi non c’è troppo di cui sorprendersi, perché la chiamata telefonica oggi per le nuove generazioni è solo uno dei tanti mezzi di comunicazione possibili.

“Se per esempio nella mia infanzia era l’unica possibile via comunicativa orale diretta ed era necessario imparare a usarla - ci spiega il professore dell’USI -, adesso ce ne so anche altre che lasciano il tempo di ragionare. C’è proprio un’inesperienza nell’utilizzarla”.

C’è una paura di essere messi in contatto senza filtri

Gabriele Balbi, Media studies - USI Università della Svizzera italiana

Balbi sottolinea che tutte le forme di comunicazione si possono prestare a malintesi, ma al telefono questi sono ancora più comuni con le possibili interpretazioni dei silenzi e l’impossibilità di vedere la faccia dell’interlocutore: “È più verosimile avere dei malintesi perché non si ha tempo di riflettere e pensare, ma si deve reagire immediatamente. E in fondo, quando la parola è stata detta non può più essere rimangiata”.

La voce non è destinata a sparire, anzi

Avendo tante alternative comunicative, oggi i giovani decidono di comunicare nella maniera a loro più consona. La “telefonofobia” non va quindi vista necessariamente come qualcosa di negativo (magari soprattutto da chi è cresciuto a suonerie e cornette), bensì come un cambiamento, peraltro con sempre meno conseguenze visto il diffondersi di e-mail, chat e via discorrendo.

Per l’esperto di comunicazione non ci si avvia in ogni caso a una scomparsa dell’espressione orale a favore dello scritto: “Anzi la voce resta centralissima - conferma Balbi - È piuttosto un cambiamento di abitudine sulla sincronicità. Ci stiamo abituando a una sincronicità diversa anche della fruizione dei mezzi comunicativi.”.

Ma perché le persone con un’ansia sociale hanno difficoltà a telefonare?

Il team della Social Anxiety Alliance sul suo sito, oltre a proporre possibili soluzioni, ha provato a stilare un piccolo elenco delle ragioni di questa fobia:

  • Una telefonata può arrivare all’improvviso o quando non siamo pronti o preparati ad affrontarla;

  • Può capitare che ci venga posta una domanda che non ci aspettavamo o che ci venga chiesto di prendere una decisione per la quale non siamo pronti;

  • Quando iniziamo una telefonata, temiamo di “disturbare” l’altra persona;

  • È facile preoccuparsi di ciò che l’altra persona pensa di noi;

  • Temiamo di essere secchi o di sembrare noiosi o poco intelligenti oppure temiamo di sembrare strani, nervosi o deboli, di balbettare, di confondere le parole o di tacere. Oppure anche di causare inavvertitamente un’offesa;

  • La mancanza di espressioni facciali e di segnali del linguaggio del corpo ci impedisce di capire se la persona è arrabbiata o sorridente, se sta prendendo in giro o se sta facendo domande;

  • È più difficile sapere quando è il proprio turno di parlare o come concludere la telefonata;

  • È facile essere ossessionati da ciò che abbiamo fatto o non detto dopo la fine della telefonata;

  • Il fatto che “solo una telefonata” possa causare un tale stress può farci sentire ancora più sciocchi e smarriti;

  • È facile rimandare le telefonate, anche quelle importanti.

Insomma, l’ansia da telefono si innesca dai risvolti sociali delle telefonate. Se si pensa di soffrirne è tuttavia possibile occuparsene, anche con l’aiuto di un terapeuta: il trattamento può essere simile a quello per altre forme di fobia sociale e si può progressivamente imparare a gestire i sintomi del proprio disagio in modo da non essere condizionati nella propria vita quotidiana.

Stop ai cellulari in classe

Telegiornale 30.08.2024, 20:00

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