La storia

Strumenti musicali che vengono dal mare

Si è tenuto alla Scala di Milano il concerto eseguito con violini, viole e violoncelli realizzati con il legno recuperato dalle imbarcazioni usate dai migranti nel Mediterraneo

  • 27 febbraio, 10:06
  • 27 febbraio, 11:41

Un concerto con strumenti che vengono dal mare

RSI Info 27.02.2024, 10:00

Di: Enrico Marra

“Beati gli ultimi che saranno i primi”, lunedi 12 febbraio al Teatro alla Scala gli ultimi erano i primi. Dal Palco Reale, come spettatori d’eccezione in una sala al completo, assistevano al concerto dell’Orchestra del Mare un gruppo di rifugiati politici approdati in Italia su barche di legno, tale e quale al legno da cui Claudio e Nikolai, detenuti del carcere milanese di Opera, anche loro presenti al concerto, hanno modellato gli strumenti auditi in quella serata speciale.

Il suono di quel legno che ha vibrato alla Scala le note di Vivaldi e Bach è qualcosa di nuovo, carico d’indescrivibile sentimento. Riuniti per la prima volta c’erano otto violini, due viole, due violoncelli e un violone, interamente costruiti con il legno recuperato al molo Favaloro di Lampedusa.

Il violinista Sergej Aleksandrovič Krylov ha colpito l’anima con “L’inverno” di Vivaldi. I musicisti dell’Accademia dell’Annunziata, insieme ai maestri Giovanni Sollima e Mario Brunello, hanno incantato con la magia del Concerto branderburghese n.3 di Bach. Due momenti caldi del programma in cui “la bellezza era quasi spavento” ha dichiarato Arnoldo Mosca Mondadori, il presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, organizzatore e ideatore del progetto “Metamorfosi” che ha reso possibile l’evento.

Il progetto “Metamorfosi”

Il progetto “Metamorfosi” è il riscatto degli ultimi, della persona migrante e della persona privata della libertà. Un lungo lavoro partito in piccolo e cresciuto inesorabilmente in un’opera di sensibilizzazione che ha già scalfito il muro dell’indifferenza. L’esordio è avvenuto esattamente un anno fa, quando Carlo Maria Parazzoli, il primo violino dell’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia, ha imbracciato il Violino del Mare, il primo a essere realizzato dai detenuti nel carcere di Opera, per interpretare al cospetto del Papa la composizione “Canto del legno”, scritta per l’occasione dal maestro Nicola Piovani.

Oggi, gli strumenti realizzati con il legno recuperato dalle barche su cui hanno viaggiato i migranti nel Mediterraneo sono più di una dozzina e altri sono attualmente in costruzione in diverse carceri italiane, sotto la guida del maestro liutaio Enrico Allorto e dell’Istituto Stradivari di Cremona. Già definiti “oggetti di testimonianza di carattere sacro”, suonano in eventi benefici per mano di musicisti che partecipano al progetto spontaneamente, senza compenso, facendo veicolare nella ritrovata bellezza della forma e nel particolare suono, la memoria della vita precedente di questi strumenti musicali che si conserva anche negli odori di salsedine e di nafta di cui sono intrisi e nei colori delle vernici originali che oggi appaiono come incrostazioni di un tragico passato che si carica del messaggio di riscatto delle persone scartate, dell’umanità che vive ai margini.

Il concerto alla Scala è stato un successo, la lista degli impegni dell’Orchestra del Mare si è allungata. L’Orchestra era a Cutro per portare un segnale alla ricorrenza del tragico naufragio (26 febbraio 2023) e presto si esibirà al Teatro San Carlo di Napoli, prima di volare a Lampedusa da dove tutto è cominciato e poi chissà dove, per una tournée di auspicabili, lunghe e floride prospettive.

RG 12.30 del 26.02.2024 L’intervista di Anna Valenti a Vincenzo Montalcini

RSI Info 26.02.2024, 12:20

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