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Tempio Pausania: Ciro Grillo condannato per violenza sessuale di gruppo

Il figlio del fondatore del M5Stelle ed i suoi tre amici giudicati colpevoli in primo grado - Restano a piede libero - L’avvocato: “Faremo ricorso”

  • Un'ora fa
  • 57 minuti fa
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RG 07.00 del 23.09.2025 Il servizio di Veronica Alippi

RSI Info 23.09.2025, 07:48

  • ANSA
Di: Radiogiornale/ATS/ANSA/joe.p. 

Si è concluso con la condanna di tutti e quattro gli imputati il processo di primo grado per il presunto stupro di gruppo avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 a Porto Cervo, in Sardegna. Il Tribunale di Tempio Pausania, presieduto dal giudice Marco Contu, ha emesso la sentenza dopo tre ore di camera di consiglio, riconoscendo la responsabilità penale degli accusati per il reato di violenza sessuale di gruppo.

Il collegio ha inflitto 8 anni di reclusione a Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Francesco Corsiglia è stato condannato a 6 anni e 6 mesi, con l’aggravante dello stupro di gruppo ma l’assoluzione dall’accusa di aver molestato l’amica della vittima, scattando e diffondendo immagini a sfondo sessuale mentre la ragazza dormiva sul divano nella villa della famiglia Grillo. I quattro non andranno in carcere finché non ci sarà la condanna definitiva. 

Nessuno degli imputati era presente in aula al momento della lettura del dispositivo. Assente anche la principale accusatrice, una studentessa italo-norvegese che all’epoca dei fatti aveva 19 anni e che aveva denunciato l’accaduto pochi giorni dopo.

Il tribunale ha riconosciuto agli imputati le attenuanti generiche e ha disposto il pagamento di una provvisionale alle parti civili: 10’000 euro ciascuno da parte di Grillo, Lauria e Capitta, e 5’000 euro da parte di Corsiglia. I risarcimenti definitivi saranno stabiliti in sede civile.

Il pubblico ministero Gregorio Capasso aveva chiesto 9 anni di reclusione per ciascun imputato, sostenendo che gli accusati avessero modificato le loro versioni nel corso delle indagini. La difesa ha sempre sostenuto la consensualità del rapporto e ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, definendo la sentenza “profondamente ingiusta”.

La decisione del tribunale è stata accolta con favore da associazioni che si occupano di tutela delle donne, come Differenza Donna, che ha sottolineato come la sentenza rappresenti un riconoscimento della gravità della violenza sessuale e un rifiuto di ogni tentativo di minimizzazione.

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