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L’Iran è rimasto senza acqua

Siccità senza precedenti: in diverse parti del Paese le riserve d’acqua sono ai minimi o praticamente esaurite e il Governo annuncia tagli nell’erogazione di acqua a Teheran

  • 2 ore fa
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Siccità in Iran

Telegiornale 09.11.2025, 20:00

Di: ATS/AFP/joe.p. 

“Teheran potrebbe dover essere evacuata se non piove prima della fine dell’anno”. L’allarme, lanciato nei giorni scorsi dal presidente iraniano Masoud Pezeshkian, ha scosso l’opinione pubblica. La capitale iraniana, che ospita oltre 10 milioni di abitanti, è al centro di una crisi idrica senza precedenti, causata da una siccità che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese.

A confermare la gravità della situazione è stato in seguito il ministro dell’Energia, Abbas Aliabadi, che ha definito l’attuale siccità “la peggiore degli ultimi dieci anni”. Il Governo ha già avviato misure drastiche per contenere il consumo idrico, annunciando tagli notturni all’erogazione dell’acqua. Tuttavia, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Mizan, il razionamento sarebbe già iniziato da circa una settimana in diversi quartieri della capitale, tra mezzanotte e le cinque del mattino, senza alcun preavviso alla popolazione.

Gli esperti mettono in guardia da anni sulla fragilità del sistema idrico di Teheran, compromesso non solo dalla scarsità di precipitazioni, ma anche da infrastrutture obsolete, temperature estive sempre più elevate e una gestione delle risorse idriche considerata inefficiente. Il risultato è un livello delle riserve idriche ai minimi storici.

La situazione è critica anche a Mashhad, la seconda città più popolosa dell’Iran e principale centro religioso del Paese. Qui, i quattro bacini che riforniscono la città sono praticamente a secco, con riserve inferiori al 3%, secondo quanto riportato da media locali. Mashhad, che conta circa 4 milioni di abitanti e consuma ogni giorno 700’000 metri cubi d’acqua, ha visto le sue riserve idriche crollare da 189 milioni di metri cubi dell’anno scorso agli attuali 40 milioni.

Il problema è diffuso su scala nazionale: su 31 province iraniane, ben 15 non hanno ricevuto nemmeno una goccia di pioggia durante l’autunno. A Teheran, alimentata da cinque bacini, uno è completamente a secco e un altro ha riserve inferiori all’8%.

La capitale, situata ai piedi della catena montuosa dell’Alborz, è abituata a inverni rigidi e nevosi. Tuttavia, quest’anno le cime montuose, che solitamente a novembre sono già innevate, appaiono spoglie. Le previsioni meteorologiche non lasciano spazio all’ottimismo: nei prossimi dieci giorni non sono attese precipitazioni.

Il quotidiano riformista Shargh ha dedicato la sua prima pagina alla crisi, titolando emblematicamente: “In attesa del cielo”. Un’attesa carica di preoccupazione, mentre il tempo stringe e le soluzioni sembrano scarseggiare.

Secondo l’agenzia di stampa Mehr, attualmente 19 grandi bacini in Iran sono completamente a secco, rappresentando circa il 10% delle riserve idriche nazionali. Un dato allarmante che evidenzia la portata della crisi e la necessità urgente di interventi strutturali e di una nuova strategia per la gestione sostenibile delle risorse idriche.

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