Il terremoto che mercoledì mattina all’alba ha colpito l’estremo oriente russo è stato uno dei più potenti registrati negli ultimi decenni e ha fatto scattare l’allarme tsunami in diversi Paesi affacciati sull’Oceano Pacifico. Fortunatamente però non ci sono state vittime.
Dunque, danni limitati e niente morti: il sisma che ha colpito ieri la Kamchatka ha scatenato ore di paura, ma l’allarme tsunami si è poi ridimensionato. “Questo terremoto, per il quale ora danno una magnitudo di 8.5, di danni non ne ha fatti perché localmente non c’era nulla da danneggiare. Arriva inoltre al limite inferiore dei grandi tsunami, dunque era abbastanza marginale”, spiega al Telegiornale Domenico Giardini, professore di sismologia al Politecnico federale di Zurigo.
Quale è stata dunque la procedura? “Si lancia l’allarme, così che tutti i vari sistemi di protezione civile e di reazione agli tsunami siano pronti. In questo caso l’area era già stata attivata da un paio di giorni a causa di scosse di magnitudo 6 e 6.5. E quindi era già sotto osservazione. Non è stata una sorpresa”, afferma l’esperto.
I sistemi di rilevamento negli anni sono stati potenziati e migliorati in molto Paesi. “Questa è un’area di terremoti. Dal grande sisma del 1954, che aveva causato una strage, sono state create delle vie di fuga e sono state messe delle porte di acciaio per evitare che l’acqua possa passare. Viene insomma attivata tutta una serie di difese, che questa volta hanno funzionato bene”, prosegue Giardini.
Questo terremoto - spiega infine il sismologo - mostra che il sistema funziona e questo permetterà di analizzare nuovi dati per migliorare ulteriormente.

Allerta tsunami nel Pacifico
Telegiornale 30.07.2025, 20:00