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Un minuto di silenzio per le vittime di Bondi Beach

Iniziativa del primo ministro australiano Anthony Albanese a una settimana esatta dall’attentato - Annunciato un audit sul funzionamento delle forze dell’ordine

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Fiori sul luogo del delitto a Sidney, Australia
07:20

Notiziario

Notiziario 21.12.2025, 06:00

  • Keystone
Di: AFP/RSI Info/Bleff 

Gli australiani sono stati invitati ad accendere una candela e a osservare una minuto di silenzio domenica, a una settimana dalla sparatoria avvenuta sulla spiaggia di Bondi, a Sydney. L’iniziativa, promossa dal primo ministro Anthony Albanese, vuole rendere omaggio alle vittime e manifestare solidarietà alla comunità ebraica. In tutto il Paese le bandiere sono state poste a mezz’asta, anche sul ponte del porto di Sydney, mentre un piccolo aereo ha sorvolato Bondi con un messaggio di sostegno, come osservato da giornalisti dell’AFP.

Sempre domenica, il capo del governo ha annunciato di aver ordinato un audit sul funzionamento della polizia e dei servizi di intelligence dopo l’attentato, affermando che l’attacco ha messo in luce il rapido cambiamento del contesto di sicurezza in Australia. Il governo ha inoltre comunicato l’intenzione di rafforzare le leggi contro l’estremismo e sulla detenzione di armi, mentre proseguono le indagini sui contatti e sugli spostamenti dei sospetti, inclusi viaggi all’estero nelle settimane precedenti all’attacco.

Nei giorni successivi alla strage, numerosi cittadini hanno reso omaggio alle vittime: venerdì centinaia di surfisti e nuotatori si sono riuniti sulla spiaggia di Bondi formando un grande cerchio tra le onde, mentre sabato i bagnini hanno osservato tre minuti di silenzio. La commemorazione nazionale si è svolta esattamente una settimana dopo il primo allarme, scattato alle 18.47 di domenica 14 dicembre, definita dalle autorità come un momento di riflessione sulla “luce contro l’oscurità”.

La sparatoria era avvenuta durante una celebrazione della festa ebraica di Hanouka. Secondo le autorità, i responsabili sono Sajid Akram, 50 anni, cittadino indiano arrivato in Australia nel 1998, e suo figlio Naveed Akram, 24 anni, nato nel Paese. I due avevano aperto il fuoco contro il raduno: il padre è stato ucciso sul posto dalla polizia, mentre il figlio, gravemente ferito, è ricoverato sotto stretta sorveglianza ed è stato incriminato per terrorismo e 15 omicidi. Gli inquirenti ritengono che l’attacco fosse motivato dall’ideologia del gruppo jihadista IS.

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Australia, il giorno dopo

Telegiornale 15.12.2025, 12:30

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