Un convoglio ONU è stato colpito sabato mattina nei dintorni del villaggio di frontiera di Rmeish, a sud del Libano. Le fonti di sicurezza di Beirut attribuiscono l’attacco all’esercito israeliano, che, attraverso un portavoce militare, ha invece smentito qualsiasi coinvolgimento.
Dal momento dell’attacco, attorno alle 10:10, si è creata molta confusione circa l’identità delle persone all’interno dell’abitacolo. Inizialmente le testate regionali (tra le prime Haaretz) parlavano di cinque feriti: quattro dipendenti delle Forze d’Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (UNIFIL) più un traduttore libanese. L’emittente televisiva libanese filo-Hezbollah Al Mayadeen riferiva invece di tre membri appartenenti all’agenzia delle Nazioni Unite UNTSO (Organizzazione delle Nazioni Unite per la Supervisione dell’Armistizio): un dipendente australiano, uno cinese e un norvegese. Comprovavano la presenza del traduttore.
Recentemente UNIFIL (11:30) ha commentato l’accaduto, confermando la presenza di quattro osservatori della sua agenzia. L’organizzazione riferisce di una “granata esplosa” durante una pattuglia nel sud del Libano. Stando a quanto riferisce l’ANSA, citando fonti libanesi, l’attacco sarebbe stato effettuato da un drone.
Un’aggressione diretta contro degli osservatori di pace è stata definita “inaccettabile” da parte di UNIFIL, che sta ancora indagando sull’origine e le cause dell’esplosione. Nel primo pomeriggio le autorità libanesi hanno dichiarato che le loro condizioni di salute non sono gravi.
L’esercito israeliano si è subito pronunciato sull’accaduto, dichiarando di non aver “colpito” alcun veicolo dell’agenzia “nell’area di Rmeish”. Lo detto il portavoce militare smentendo “alcuni rapporti” militari diffusi in questo senso.
Israele colpisce duramente Hezbollah
Telegiornale 29.03.2024, 20:00
USA continuano a rifornire Israele
Fumo nel cielo di Rafah in seguito ad un attacco israeliano
Nonostante le preoccupazioni degli Stati Uniti per la prevista offensiva di terra su Rafah da parte di Israele, la Casa Bianca sta fornendo alle forze di difesa israeliane migliaia di bombe pesanti e aerei da guerra. Lo rende noto il Washington Post citando addetti ai lavori.
Nello specifico, il presidente statunitense Joe Biden ha autorizzato la consegna di 2’300 ordigni esplosivi: 1’800 bombe MK84 e ulteriori 500 MK82. Secondo la testata internazionale, la scorsa settimana la Casa bianca ha inoltre fornito 25 jet da combattimento F-35A. Ciononostante Washington continua a ritenere inopportuna e sbagliata la progettata offensiva su Rafah, a causa delle centinaia di migliaia di civili presenti nella città.
Secondo il canale televisivo statunitense CNN, i rappresentanti di alto livello di entrambi gli alleati potrebbero tenere dei colloqui a Washington lunedì prossimo sull’azione pianificata da Israele contro Rafah.
Israele sta allestendo una zona cuscinetto attorno a Gaza
Truppe israeliane pattugliano il confine con la Striscia di Gaza
Nel frattempo le Forze di difesa israeliane (IDF) stanno creando una zona cuscinetto di sicurezza al confine con la Striscia di Gaza che potrebbe occupare circa il 16% del territorio dell’enclave palestinese; lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz.
In base a immagini satellitari citate dal quotidiano israeliano, la zona sarà larga circa un chilometro e tutti gli edifici presenti saranno smantellati.
Gli Stati Uniti salutano il nuovo esecutivo dell’Autorità nazionale palestinese
La Casa bianca accoglie “con favore la nomina di un nuovo gabinetto” dell’Autorità nazionale palestinese (ANP) “al servizio del popolo”, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller.
La formazione del nuovo governo è stato annunciata dall’Autorità stessa questo giovedì. Gli USA sono intenzionati a lavorare con il rinnovato esecutivo per “promuovere la pace, la sicurezza e la prosperità” e si aspettano che il gabinetto “porti avanti riforme credibile”.
Un’ ANP “rivitalizzata è essenziale per ottenere risultati per il popolo palestinese in Cisgiordania” e nella Striscia di Gaza e “per stabilire condizioni di stabilità nella regione”, ha aggiunto ancora il funzionario.
Continuano a piovere gli approvvigionamenti di cibo su Gaza
Gli aiuti umanitari vengono lanciati su Gaza
Venerdì sera al valico di Rafah sono stati consegnati 100’000 pasti per la cena dopo il digiuno del Ramadan. All’azione, promossa dal Consiglio delle tribù e delle famiglie egiziane, hanno contribuito imprenditori locali, organizzazioni di beneficenza e centinaia di giovani volontari del Sinai.
Ma venerdì gli approvvigionamenti hanno raggiunto anche la zona settentrionale della Striscia. Il Comando centrale degli Stati Uniti (CentCom) afferma che “26 pacchi di aiuti umanitari sono finiti in mare” durante l’ultimo lancio aereo di assistenza umanitaria eseguito nel nord di Gaza per fornire sostegno ai civili. Gli aerei C-17 americani hanno sganciato l’equivalente di oltre 46’000 pasti sulla zona, specifica il Comando centrale statunitense, assicurando che gli errori di sgancio non hanno causato “danni ai civili o alle infrastrutture”.
Nella stessa regione anche un aereo militare degli Emirati Arabi Uniti, decollato sabato mattina dall’aeroporto di Al-Arish, nel Nord Sinai egiziano, ha portato aiuti. Lo riferiscono fonti egiziane informate.
Le Forze di difesa israeliane continuano ad operare nell’enclave
Una casa in macerie a Khan Younis
L’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza è proseguita nella notte a Khan Younis e attorno all’ospedale Al-Shifa (già teatro di bombardamenti nelle scorse settimane). Lo ha indicato il portavoce dell’Esercito di Israele, riferendo il raggiungimento di diversi obiettivi nell’enclave.
Al nosocomio Al-Shifa “sono stati uccisi uomini armati, sequestrate armi e localizzati siti appartenenti ai gruppi terroristici presenti nell’area”, ha comunicato il portavoce. Nel quartiere di al-Amal, ha aggiunto, sono “stati uccisi numerosi uomini armati, inclusi alcuni che aveva tentato di attaccare le truppe con ordigni esplosivi”.
Affollamento fatale a Gaza
All’alba di sabato almeno cinque persone sono morta a Gaza per la calca durante le quotidiane distribuzioni di aiuti umanitari. Lo fa sapere la Mezzaluna Rossa, che riferisce di colpi di arma da fuoco durante la consegna degli alimenti.
L’AFP afferma che in un suo video si vedono camion che si muovono velocemente in mezzo a ruderi in fiamme, con la folla che urla e si accalca e si odono “spari di avvertimento”, definiti così da testimoni. La Mezzaluna Rossa afferma che l’episodio è accaduto quando a Gaza City sono arrivati 15 camion di aiuti umanitari diretti alla rotatoria Kuwait, dove era programmata la distribuzione.
Bombardamenti in Siria
Si segnala infine un intenso raid aereo su Aleppo, nella Siria settentrionale: secondo attivisti locali e l’Osservatorio siriano per i diritti umani almeno quaranta persone sono rimaste uccise nel bombardamento. Secondo l’organizzazione sono state le forze israeliane a condurre l’attacco; l’esercito israeliano non ha tuttavia commentato l’accaduto.
Secondo i media di Damasco, i bombardamenti su Aleppo sono coincisi con gli attacchi di droni da parte di gruppi ribelli siriani contro obiettivi civili nella città e nei suoi sobborghi. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, gli attacchi israeliani hanno colpito i depositi missilistici di Hezbollah nel sobborgo meridionale di Jibreen, vicino all’aeroporto internazionale.
Notiziario delle 06:00 del 30.03.2024
Notiziario 30.03.2024, 06:00
Sale la pressione su Israele
Telegiornale 28.03.2024, 20:00