Le navi cargo, portacontainer, bulk carrier e petroliere hanno una durata di vita limitata. Generalmente vengono mandate alla demolizione dopo 20 o 30 anni. Ma queste gigantesche navi non vengono smantellate nei cantieri europei o occidentali. La maggior parte finisce sulle spiagge del Bangladesh, del Pakistan o dell’India. Un team di Mise au Point, trasmissione di inchiesta e approfondimento di RTS, si è recato ad Alang, nel nord-ovest dell’India, uno dei principali cantieri di smantellamento al mondo. Una nave su tre finisce la sua vita lì, tagliata e riciclata da migliaia di lavoratori indiani. Tra le materie prime più ricercate: l’acciaio.
RTS, “Mise au point” del 5 ottobre 2025:
Tra le compagnie che inviano più navi ad Alang figura una società svizzera con sede a Ginevra. Molto conosciuta nel mondo delle crociere, MSC è anche uno dei leader mondiali del trasporto marittimo. Sul suo sito, afferma di possedere 900 navi. Il suo profitto annuale è sconosciuto, poiché MSC non è quotata in borsa, ma la stampa specializzata stima che il suo fatturato superi gli 80 miliardi di franchi. Secondo le ricerche dell’ONG Shipbreaking Platform, più di una trentina di navi cargo appartenute a MSC sono state inviate ad Alang negli ultimi due anni.
“MSC guadagna molto più denaro inviando le navi lì. Se dovessero riciclare le navi in modo appropriato, guadagnerebbero comunque molto denaro. Ma i cantieri navali asiatici pagano generalmente di più per tonnellata di acciaio”, spiega Nicolas Mulinaris, responsabile di questa ONG che denuncia le pratiche di questa industria.
Secondo la legislazione europea, le navi cargo devono essere smantellate in cantieri approvati dall’UE. Ma questa regolamentazione presenta delle falle, e la maggior parte delle compagnie invia le proprie navi in Asia sudorientale dopo averle rivendute a intermediari. Contattata, MSC non ha voluto rispondere davanti alla telecamera ma l’azienda ha risposto per iscritto: “La politica di riciclaggio delle navi di MSC è conforme agli standard internazionali in materia. MSC continua a collaborare con diverse parti interessate, comprese le autorità nazionali, al fine di promuovere un riciclaggio responsabile delle navi, basandosi su strutture di riciclaggio approvate da MSC.”
Condizioni di lavoro difficili
Mise au Point ha parlato con i lavoratori dei cantieri di Alang. Tutti parlano di condizioni estremamente difficili, con temperature che superano frequentemente i 40 gradi. “Lavoro in un caldo soffocante, ma non ho scelta. A volte rimango nel cantiere per 10 o 11 ore. Finché sono vivo e ne ho la forza, continuerò a lavorare”, testimonia Samir, che guadagna circa 150 franchi al mese tagliando le navi cargo.
“Ho perso la gamba sotto un pezzo di metallo. Un pezzo si è rotto, ed era finita”, racconta un operaio incontrato in una baraccopoli dove vive la maggior parte dei lavoratori.
Il porto di Alang non comunica il numero di feriti, ma l’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che si tratti di uno dei mestieri più pericolosi al mondo.
Nonostante le ripetute richieste della RTS, né MSC né il porto di Alang hanno accettato di aprire le porte di un cantiere. Nel piccolo ospedale vicino, dove decine di lavoratori feriti entrano ogni giorno, un medico testimonia la sua incomprensione: “Perché non li smantellate da voi? È insensato. Le compagnie approfittano di una manodopera a basso costo. La cosa migliore sarebbe che le navi fossero smantellate in Europa, con i vostri standard”.
Inquinamento e ambiente degradato
Le navi cargo contengono spesso residui di petrolio e metalli pesanti: rame, cobalto, piombo, nichel, zinco, mercurio. Queste materie pericolose dovrebbero essere trattate in modo rispettoso dell’ambiente ad Alang. Ma i pescatori della regione raccontano un’altra storia.

Un pescatore mostra una miscela di carburante e sostanze chimiche ritrovata sulla spiaggia vicino al porto di Alang.
“Ogni anno, ci sono sempre meno pesci. È a causa delle compagnie marittime che scaricano i loro rifiuti e prodotti chimici nell’acqua. Tra qualche anno, non ci sarà più nulla”, si preoccupa Baldev, pescatore locale.
MSC contesta queste accuse e sottolinea che quasi 100 cantieri di Alang sono ora conformi alla Convenzione di Hong Kong, trattato internazionale che regola le condizioni di smantellamento delle navi. “MSC detiene una lista delle strutture di riciclaggio delle navi approvate ad Alang, stabilita in base a vari criteri come il rispetto dei diritti umani, le prestazioni e gli aspetti ambientali”, indica l’azienda via e-mail.
I cantieri di Alang impiegano circa 20’000 lavoratori in tutta la regione. Tutta l’economia locale dipende da questa industria. Secondo diversi osservatori, le condizioni sarebbero migliorate negli ultimi anni ma restano ancora sforzi da fare.