La Corte suprema dei Paesi Bassi ha deciso che la Russia non dovrà versare 50 miliardi di dollari agli ex azionisti del gruppo petrolifero Yukos. Ora il caso passerà nelle mani della Corte di appello di Amsterdam.
Nel 2014, la Corte permanente di arbitrato de L’Aia aveva sentenziato invece che Mosca aveva violato gli obblighi internazionali acquisendo le azioni della compagnia, la più importante del paese. Nel febbraio dello scorso anno si era espressa allo stesso modo la Corte di appello, chiedendo quindi il risarcimento. Ora, ci vorranno ancora molti anni per arrivare a una sentenza definitiva.
Mikhail Khodorkovsky
Il caso Yukos
Yukos era controllata sino al 2003 dall’oligarca Mikhail Khodorkovsky che nello stesso anno venne arrestato e due anni dopo, accusato di frode fiscale. Una volta uscito di scena l’uomo più ricco della Russia, che ha scontato 10 anni di carcere (è stato rilasciato grazie alla grazia ricevuta da Vladimir Putin), il Cremlino decretò la bancarotta di Yukos, nazionalizzandola. Secondo la Corte permanente di arbitrato, la Russia ha costretto il gruppo petrolifero alla bancarotta e si è poi impossessata impropriamente di tutte le sue risorse. Gli azionisti, dopo questa mossa, non hanno avuto alcun tipo di risarcimento per aver perso tutti i loro investimenti. Per questo sono passati alle vie legali, in un iter giuridico lunghissimo.