“Litigano se va tutto bene”. È con questa frase che il dottor Andreas Wechsler, pediatra e specialista della crescita e dello sviluppo del bambino, rassicura i genitori alle prese con i continui scontri tra fratelli e sorelle. Il conflitto tra fratelli, infatti, è parte integrante della crescita dei bambini: una vera e propria palestra relazionale dove si impara a confrontarsi, a fare pace e a costruire legami duraturi.
La prima puntata di “Chiedilo al Doc”, la nuova serie di approfondimenti di Prima Ora dedicata ai dubbi dei genitori di bambini e adolescenti possono avere, prende spunto dalla segnalazione giunta alla redazione da una mamma che racconta la sua frustrazione di fronte ai litigi tra le sue figlie di 9 e 12 anni. Il dottor Wechsler risponde con un approccio sorprendente: non solo i litigi sono normali, ma sono anche utili. “Litigare è sanissimo. Se non capita, è strano”, afferma. Inoltre, i bambini in età preadolescenziale vivono in mondi comunicativi diversi e spesso non si comprendono, il che rende il conflitto quasi inevitabile.
Ma c’è di più. Secondo il medico, i litigi servono anche ad attirare l’attenzione dei genitori. “Non ce l’ho con mia sorella, ma se le tiro un calcio ho i fari della mamma puntati su di me”. È il desiderio di visibilità, non necessariamente una mancanza affettiva, a motivare certi comportamenti.
Come gestire allora questi momenti? Il consiglio è chiaro: “Sparate nel mucchio”. Tradotto: non cercate il colpevole, ma intervenite trattando entrambi i figli allo stesso modo. Questo invia un messaggio potente: “Siete uguali”. E quando il genitore si ritira dalla scena, togliendo il “faro”, spesso il litigio si spegne da sé.
In sintesi, il conflitto tra fratelli non va temuto, ma gestito con fermezza e intelligenza. Favorire la complicità significa anche lasciare spazio al confronto, intervenendo solo quando necessario e con equità. Perché, come dice il dottor Andreas Wechsler, “con chi litigare se non con i fratelli e le sorelle?”






