Salute

Melanoma, il pericolo nascosto sotto il sole

Bastano cinque scottature da giovani per aumentare il rischio: “I danni si accumulano”, avverte il dermatologo Davide Donghi - In Svizzera circa 3’000 casi l’anno

  • Oggi, 06:35
  • Oggi, 08:17
GettyImages-509660563.jpg

Un errore frequente è pensare che, una volta applicata la crema solare, si possa restare esposti al sole quanto si vuole

  • Gettyimages
Di: Giorgia Fontana/ANSA 

Bastano cinque scottature solari con vesciche tra i 15 e i 20 anni per aumentare dell’80% il rischio di melanoma, uno dei tumori della pelle più aggressivi. È quanto evidenzia l’American Academy of Dermatology, in occasione del mese della prevenzione. Secondo gli stessi dati, un numero simile di bruciature incrementa anche del 68% il rischio di sviluppare altri tumori cutanei. Un richiamo forte alla prudenza, soprattutto in vista dell’estate e delle maggiori occasioni di esposizione al sole.

E in Svizzera, qual è la situazione? Il dermatologo Davide Donghi conferma che nel nostro Paese i casi di tumore alla pelle, melanoma incluso, sono in aumento: “Attualmente ci aggiriamo attorno ai 3’000 casi di melanoma all’anno”, spiega. Nonostante il maggior numero di diagnosi, la mortalità non è in crescita: “Siamo diventati più efficienti nel riconoscere queste situazioni in fase precoce, rendendo spesso possibile una cura efficace”, sottolinea l’esperto.

L’incidenza sempre più alta è legata soprattutto all’esposizione solare non protetta degli anni passati. “All’epoca non esistevano prodotti adeguati e mancava l’informazione. Gli effetti di quelle abitudini si vedono oggi, soprattutto negli adulti”. A questo si aggiunge la diffusione dei solarium, che ha contribuito in modo importante allo sviluppo di tumori cutanei. “La speranza è che con le nuove generazioni si possa invertire la tendenza nei prossimi decenni”.

Ed è proprio ai giovani che andrebbero rivolti messaggi chiari e insistenti sulla necessità di proteggersi, perché, spiega Donghi, le scottature prese in adolescenza incidono in modo maggiore sul rischio di sviluppare un melanoma in età adulta. Il motivo è semplice: i danni causati dai raggi ultravioletti ai melanociti non si cancellano, ma “si sommano nel tempo”. Più a lungo restano nella cellula, “più cresce il rischio che queste si trasformino in cellule malate”.

Luoghi comuni da sfatare

Ancora oggi si commettono errori comuni nell’esporsi al sole. Uno dei più diffusi è pensare che fare attività fisica all’aperto, come andare in biciletta o fare giardinaggio, esponga meno al rischio rispetto allo stare sdraiati. Inoltre, si tende a sottovalutare l’effetto di riflessione della luce, che viene amplificata da superfici come l’acqua, la sabbia chiara o la neve. Un altro errore frequente è pensare che, una volta applicata la crema solare, si possa restare esposti quanto si vuole. In realtà, le protezioni solari prolungano soltanto il tempo di esposizione tollerato dalla pelle prima di scottarsi.

I consigli, conclude Donghi, restano quelli di sempre: ripararsi all’ombra, indossare abiti adeguati e applicare una crema solare con la giusta protezione, anche se si ha la pelle scura o si è già abbronzati.

03:06

Contro il cancro della pelle

Il Quotidiano 05.05.2025, 19:00

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare