Il Metaverso non ha mantenuto (tutte) le sue promesse, ma è lontano da essere “morto”. Lo abbiamo capito nella prima parte del nostro colloquio/intervista con i professori e ricercatori Gianluigi Negro e Stefano Bory, giungendo alla conclusione che il futuro di questa tecnologia passa dalla realtà aumentata e ancor più dalla realtà mista, con l’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA).
È però proprio l’IA generativa ad aver soppiantato il concetto di Metaverso nel dibattito pubblico, tanto scientifico quanto mediatico. È quindi “colpa” dell’IA se il Metaverso è finito in secondo piano? E se le due tecnologie non sono contrapposte, come possono integrarsi? E cosa succederebbe se, come sempre più esperti recentemente temono, scoppiasse una bolla dell’IA?
Un nuovo paradigma, ma senza contrapposizione
A riprendere il filo del discorso è Stefano Bory: “Come dicevo nella prima parte della nostra chiacchierata, l’energia investita nella ricerca e nello sviluppo per esplorare nuove frontiere tecnologiche – in particolare l’intelligenza artificiale – ha inevitabilmente ridotto le risorse disponibili per portare avanti il progetto del Metaverso così come era stato inizialmente concepito. Ma non si tratta di una contrapposizione o di una rinuncia: piuttosto, dobbiamo considerare AI e Metaverso come due grandi aree dello sviluppo digitale, che si stanno evolvendo in parallelo e in modo complementare.
Anche Apple, ad esempio, sta investendo molto in questi ambiti, ma non con l’obiettivo di creare un Metaverso. I nuovi visori che sta sviluppando non sono pensati per quel tipo di esperienza: si parla piuttosto di “digital twins” (gemelli digitali, repliche virtuali di oggetti fisici, ndr) e di nuove modalità di interazione con il mondo digitale. Non sono due mercati in competizione, ma due tecnologie che possono integrarsi e rafforzarsi a vicenda”.

Il Vision Pro, il visore di apple per la realtà virtuale e mista lanciato nel 2024
Quindi non è l’intelligenza artificiale che ha affossato l’idea di Metaverso, è anzi una tecnologia che potrebbe sostenerne un ulteriore sviluppo, tanto che molte aziende stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per generare e testare ambienti virtuali. “L’IA – prosegue Bory – può creare questi spazi, valutarne l’efficacia e, successivamente, diventare essa stessa un attore all’interno di essi. È ciò che già avviene nei videogiochi, dove le intelligenze artificiali – i cosiddetti NPC (non-player characters) – interagiscono con i giocatori e contribuiscono a costruire l’esperienza. In questo senso, l’IA non è solo uno strumento tecnico, ma una presenza attiva nei mondi virtuali. Come direbbe Bruno Latour, non è un attore nel senso tradizionale, ma è comunque un’entità che agisce e influenza l’ambiente. Un esempio concreto: alcune aziende stanno sviluppando catene di produzione simulate in ambienti virtuali. L’IA genera questi ambienti, li ottimizza in termini di costi, tempi e spazi, e poi li testa con avatar automatizzati. Solo dopo questa fase, le persone reali entrano in gioco per sperimentare direttamente quei processi. È una logica di collaborazione tra IA e realtà virtuale, che non si limita alla cooperazione ma genera nuove forme di progettazione e interazione”.
Una relazione che si sta rafforzando proprio grazie all’evoluzione dei modelli di AI, che iniziano a incorporare caratteristiche tipiche del Metaverso, come la realtà virtuale e la realtà mista, conferma da parte sua anche Gianluigi Negro: “Un segnale evidente di questo cambiamento è il passaggio da modelli di intelligenza artificiale tradizionali – focalizzati sull’analisi di dati singoli e settoriali – a modelli multimodali, capaci di elaborare simultaneamente testi, immagini, video e ambienti virtuali. Questo approccio più sofisticato amplia notevolmente il raggio d’azione dell’IA, rendendola uno strumento sempre più integrato con le tecnologie immersive, come la realtà aumentata e i digital twins. Esempi concreti di questa evoluzione si trovano nei prodotti di punta delle big tech: Gemini di Google o Meta AI per la generazione di immagini. Questi strumenti non si limitano a interagire con il Metaverso, ma ne condividono le stesse logiche costitutive”.

La direzione che sta prendendo il progetto Orion, i nuovi occhiali per la realtà mista di Meta
Il nuovo ruolo del Metaverso
Abbiamo capito che l’IA non è quindi certamente il principale indiziato della quasi scomparsa del Metaverso dal dibattito pubblico, potrebbe anzi rilanciarlo. Per di più, sebbene l’hype iniziale sul Metaverso si sia attenuato, il fenomeno non è affatto scomparso. “È semplicemente passato in secondo piano – prosegue Negro –, continuando però a esistere in modo più silenzioso ma costante. Ci sono almeno tre considerazioni che supportano questa tesi.
La prima, già evidenziata da Stefano, riguarda gli investimenti pubblicitari e tecnologici che continuano a fluire nel settore. La seconda è ancora più significativa: non si è mai parlato di una vera e propria ‘bolla del Metaverso’ esplosa, come accadde invece con la bolla dot-com alla fine degli anni ’90. Questo suggerisce che il Metaverso, pur avendo perso centralità mediatica, continua a esistere e a evolversi. Infine, c’è un aspetto politico e istituzionale da non sottovalutare. Diversi Paesi – in Europa e in Asia – stanno dimostrando un’attenzione crescente verso il fenomeno, anche attraverso la pubblicazione di programmi quadro e linee guida normative. Questo indica che il Metaverso è percepito come un ambito strategico, con potenziali impatti significativi su società, economia e governance”.
Anche se in futuro potremmo chiamarlo con un altro nome, il concetto di Metaverso continua quindi a suscitare interesse, sia sul piano economico che su quello politico. E questo nonostante l’ascesa dell’intelligenza artificiale, che anzi dimostra come le due tecnologie non si escludano a vicenda, ma si sviluppino in parallelo, influenzandosi e rafforzandosi reciprocamente.
Metaverso, realtà aumentata, realtà mista… un po’ di chiarezza
La realtà aumentata, da sola, si limita a sovrapporre elementi digitali a spazi reali. La realtà virtuale, invece, crea ambienti completamente digitali. La realtà mista cerca di fondere questi due approcci, integrando la funzionalità immersiva della VR all’interno di contesti reali, creando così esperienze più fluide e interattive. Cosa significhi concretamente tutto questo, però, è ancora in fase di definizione. Un esempio interessante è rappresentato dagli occhiali Ray-Ban con funzionalità smart, che hanno avuto un certo successo. Ma il progetto più ambizioso di Meta è Orion, il nuovo occhiale/visore presentato da Meta circa un anno fa, anche se non ancora sul mercato. Si tratta di un dispositivo più complesso, dotato di processori avanzati e capacità di elaborazione superiori. Non si limita a proiettare contenuti o effetti visivi, ma crea veri e propri spazi operativi in cui l’utente può agire.
Dalla bolla mai scoppiata del Metaverso a quella paventata dell’IA
Negli ultimi mesi sarà forse capitato ad alcuni, come a chi scrive, di leggere articoli in cui esperti del settore paventano il rischio di una bolla legata all’intelligenza artificiale. A differenza del Metaverso, qui si parla infatti di investimenti enormi – centinaia e centinaia di miliardi – e non mancano le voci critiche che sottolineano come molte promesse non siano ancora state mantenute. I costi di gestione poi, soprattutto in termini di potenza di calcolo e di infrastrutture come i server, sono altissimi, e c’è il timore che le aspettative possano superare i risultati reali. Come leggete questi timori dal vostro osservatorio?
“Personalmente – esordisce Stefano Bory – credo che il nodo centrale non sia tanto l’IA in sé, quanto l’hardware su cui si basa. Il rischio di una crisi o di una bolla potrebbe emergere se le attuali infrastrutture non saranno in grado di sostenere l’evoluzione dell’IA. In questo senso, entra in gioco un altro elemento fondamentale: il computer quantistico.

Il computer quantistico LUMI-Q al National Supercomputing Center dell'Università di Ostrava, nella Repubblica Ceca
Oggi, le intelligenze artificiali non riescono ancora a esprimere tutto il loro potenziale, in parte perché i sistemi di elaborazione dati sono ancora basati su architetture nate negli anni ’60. Finché non verrà sviluppato un nuovo tipo di hardware – capace di processare dati in modo radicalmente diverso – l’IA resterà limitata. La vera svolta potrebbe quindi arrivare solo con l’introduzione del calcolo quantistico”. A questo proposito proprio negli scorsi giorni IBM ha rivelato la propria tabella di marcia che punta al 2029 per l’arrivo del primo computer quantistico senza errori, ed è solo uno dei tanti progetti avviati nella ricerca o nelle aziende tecnologiche concorrenti.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/societa/La-corsa-ai-computer-quantistici--2120774.html

Computer quantistici all’IBM Research di Zurigo
RSI Info 30.09.2023, 18:00
Contenuto audio
Anche perché è altrettanto importante chiarire un equivoco spesso diffuso tra i profani: nella realtà attuale non esiste un unico, gigantesco supercomputer che gestisce tutto. Quando interagiamo con modelli come Chat GPT, non stiamo parlando con una singola macchina centralizzata. “Al contrario, si tratta di una rete distribuita di server e processori, coordinati da software avanzati di machine learning. Questi sistemi apprendono dai nostri input, migliorano nel tempo, generano immagini, testi, video… ma non sono il frutto di un’intelligenza centralizzata e onnipotente. Insomma, il ‘grande cervello’ nello stile di HAL9000 (dal film 2001 Odissea nello spazio, ndr) o il super computer Pensiero Profondo della Guida galattica per autostoppisti che risponde alle nostre domande non esiste, o almeno non ancora”.

Il supercomputer che gestisce astronave e missione in "2001: Odissea nello spazio"
Rischio bolla o narrazione interessata della bolla?
Proprio in relazione alla bolla dell’intelligenza artificiale, Gianluigi Negro aggiunge poi anche un’ulteriore riflessione: “Più che sulla bolla in sé, sarebbe utile riflettere sulla narrazione della bolla. Chi la promuove? Con quali interessi? E soprattutto, con quale linguaggio? Analizzare il modo in cui si costruisce questa metafora – quella della “bolla” – può rivelare molto sugli attori economici coinvolti e sulle agende che cercano di influenzare l’opinione pubblica. A volte, queste narrazioni non nascono da dati oggettivi, ma da strategie comunicative ben precise, che mirano a orientare il mercato o a creare aspettative (positive o negative) attorno a una tecnologia”.

Un AI che si sgretola o una narrazione interessata?
“In sintesi – conclude il professor Negro – il rischio di una bolla dell’IA esiste, ma è strettamente legato ai limiti dell’hardware attuale. Finché non emergeranno nuove soluzioni – come appunto il calcolo quantistico – l’IA potrebbe scontrarsi con barriere strutturali. Allo stesso tempo, è fondamentale analizzare criticamente le narrazioni che circolano, per capire se stiamo assistendo a un fenomeno reale o a una costruzione retorica con finalità economiche e politiche”.
Dossier: “AI Week”
L’intelligenza artificiale tra innovazione e riflessione globale
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Dati, potenza di calcolo e algoritmi (1./5)
Alphaville: i dossier 09.06.2025, 12:05
Lassù qualcuno ci Llama: l’Intelligenza artificiale e l’osservazione della Terra (2./5)
Alphaville: i dossier 10.06.2025, 12:05
La nuova frontiera della disinformazione (3./5)
Alphaville: i dossier 11.06.2025, 12:05
La finanza della Silicon Valley (4./5)
Alphaville: i dossier 12.06.2025, 12:05
Come l’intelligenza artificiale sta trasformando la settima arte (5./5)
Alphaville: i dossier 13.06.2025, 12:05
Gianluigi Negro e Stefano Bory lavorano al progetto “From netizens to metazens. Narratives of virtual worlds and civic engagement on the metaverse”. Questo progetto è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 4, Componente 2, Investimento 1.1, Bando n. 104 pubblicato il 2/2/2022 dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU – CUP D53D23012780006 - Decreto di Assegnazione del Finanziamento n. 1060 adottato il 17/07/2023 dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).
Come sperimentiamo il mondo “secondo l’IA”
Alphaville 11.06.2025, 11:45
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AI dove vai?
Moby Dick 14.06.2025, 10:00
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https://rsi.cue.rsi.ch/info/mondo/Nuova-bolla-vecchi-social-addio--1805415.html