Attraverso i secoli, centinaia di grandi penne della letteratura mondiale ci hanno commosso, rapito e turbato, raccontando di uomini e donne consumati dal dolore di un … cuore infranto! Morire di “crepacuore”. Il lato oscuro e brutale dell’amore, o meglio, della fine di un amore o della morte di una persona amata. Ma per un cardiologo non si tratta soltanto di un racconto struggente, bensì di “una sindrome caratterizzata da disfunzione sistolica regionale acuta del ventricolo sinistro, frequentemente correlata a stress psicofisico acuto, e generalmente reversibile”. E ha un nome: “tako-tsubo”. Una cardiomiopatia che non miete successi letterari, ma che ha infine una sua degna collocazione formale tra le patologie di tipo cardiaco. Senza un’accurata diagnosi, potrebbe apparire come un infarto. Oggi, grazie a una banca dati dedicata – gestita dall’ospedale universitario di Zurigo – questa patologia può essere curata molto efficacemente.
La sindrome del cuore infranto
di Peter Höllrigl
La sindrome del cuore infranto
RSI Servizi 28.10.2019, 13:45