La delicata situazione geopolitica internazionale preoccupa il Parlamento. Oggi il Consiglio degli Stati ha infatti incaricato il Governo di avviare colloqui con l’UE e con la NATO per un partenariato di sicurezza e difesa. Non è l’unico compito a essere stato richiesto all’esecutivo, che dovrà anche assicurare la difesa anti-droni, dopo i vari avvistamenti in Europa e di garantire la produzione di munizioni in Svizzera, impedendo all’ormai italiana SwissP Defence, con sede a Thun, di trasferirsi all’estero.
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“Il Consiglio federale deve reagire alla minaccia straordinaria rappresentata dalla Russia”, ha affermato la consigliera agli Stati del Centro, Marianne Binder-Keller, “i sistemi e le munizioni necessari devono essere acquistati in quantità sufficienti”.
Ma oltre ai soddisfatti, non mancano gli scettici, tra cui la socialista Franziska Roth: “Accumulare semplicemente una grande quantità di munizioni non è la risposta a questa sfida”. “Ciò che abbiamo oggi in Svizzera”, continua la consigliera agli Stati solettese, “è una pericolosa discrepanza tra responsabilità, competenze e mezzi”.
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Il Parlamento ha premuto sull’acceleratore per migliorare la sicurezza in Svizzera. Tuttavia, il Consiglio degli Stati non ha comunque deciso di far tornare le munizioni nelle case dei militari svizzeri, com’era prima del 2007.
Rattristato il consigliere UDC responsabile della mozione, Werner Salzman, secondo il quale sarebbe stato “un segno di fiducia nei confronti dei militari, che sono pronti a difendere il nostro Paese”. Soddisfatta invece la socialista Flavia Wasserfallen, che aveva avanzato una preoccupazione: “accettando questa mozione, accettiamo ancora più femminicidi, ancora più suicidi, più sofferenza e dolore”.









