Riflettori sulla Ginevra internazionale, in crisi per i tagli alle grandi organizzazioni dell’ONU e umanitarie, un po’ meno sulla Confederazione. I colloqui di domenica tra le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina hanno valorizzato il ruolo della città lemanica come sede di negoziati internazionali. “Non si può che essere contenti - ha detto al microfono di SEIDISERA l’ex consigliera federale ginevrina Micheline Calmy-Rey. “Anche se la Svizzera non è stata la cuoca che ci si aspettava. Si è accontentata di servire il caffè, anzi nemmeno quello”.
Fuor di metafora, spiega Calmy-Rey: “La Svizzera ha svolto il ruolo di Stato ospite, ma non ha partecipato alle discussioni. Non ha nemmeno organizzato l’incontro, come aveva fatto per Putin e Biden con l’accoglienza del presidente della Confederazione e la messa a disposizione di una grande villa di proprietà della Città”.
Domenica tuttavia gli ospiti hanno sicuramente apprezzato la prontezza con cui è stato predisposto un quadro sereno per i loro spostamenti e incontri. “Ginevra più che la Svizzera - osserva l’ex consigliera federale - ha l’abitudine di garantire la sicurezza delle delegazioni che partecipano a negoziati. Come quelli sul disarmo all’ONU, ma anche, ad esempio, quello di pochi mesi fa tra Cina e Stati Uniti”.
Alla fine prevale quindi la soddisfazione per una giornata di sole dopo un periodo molto duro per la città: “Ginevra vive un momento difficile, di grande incertezza, perché il multilateralismo è in crisi e le Nazioni Unite non sono più al centro dei giochi, ad esempio in Medio Oriente e nemmeno in Ucraina. Per questo è un’ottima cosa che Ginevra torni al centro del mondo con negoziati di alto livello”.
Una città che, conclude Micheline Calmy-Rey, anche se in crisi, ha ancora molti assi nella manica, per mantenere anche in futuro un ruolo sul piano internazionale.

Ginevra, colloqui tra USA e Ucraina
Telegiornale 23.11.2025, 20:00







