Aumentano le minacce ai politici

Poche settimane fa Ignazio Cassis, contestato da manifestanti filopalestinesi, lascia in tutta fretta il Teatro sociale di Bellinzona. Lunedì è a Camignolo, ospite del PLR ticinese, con un dispositivo di polizia notevolmente rafforzato. Recentemente a Losanna il municipale Pierre-Antoine Hildbrand è stato colpito con farina mentre presentava delle nuove panchine.

Immagini ben lontane da quelle alle quali siamo abituati e delle quali spesso ci vantiamo anche, con i Consiglieri federali liberi di spostarsi quasi senza scorta e che si concedono bagni di folla, con la polizia che li segue in modo discreto.

Dopo il picco registrato nel periodo del Covid-19, negli ultimi anni le segnalazioni di minacce a parlamentari, consiglieri federali e funzionari sono però di nuovo aumentate: 689 nel 2024, delle quali 71 considerate minacce vere e proprie, da prendere sul serio. “Il punto di partenza è stata la pandemia. La politica ha fissato regole che limitavano la libertà. Ci sono state critiche e si è iniziato con le minacce e gli insulti ai politici. E oggi lo vediamo con tutti i temi controversi”, dice alle telecamere del Telegiornale della RSI Dirk Baier, criminologo dell’Università di Zurigo.

Secondo l’esperto non è possibile identificare un particolare gruppo di cittadini che se la prende in modo violento con i politici. “Non c’è un profilo. Dipende dal tema. Durante la pandemia le minacce arrivavano soprattutto da destra o da ambienti contro lo Stato, ora se si parla di Gaza, ad esempio, vengono tendenzialmente più da sinistra”, dice Baier.

Per il criminologo si tratta di una tendenza che non va sottovalutata, per evitare derive. Intanto mercoledì pomeriggio Ignazio Cassis era impegnato al CERN a Ginevra e tutto si è svolto senza problemi.