Blatten, quando la montagna crollò

Le due settimane che hanno preceduto la distruzione del villaggio nella Lötschental – Dalle frane sul Kleines Nesthorn, all’evacuazione prima del collasso del Birchgletscher, le tappe del disastro

  • 4 giugno, 05:48
  • Ieri, 11:42
Indice

Il villaggio cancellato

Foto1.jpg

Sono le ore 15.24 e 26 secondi di mercoledì 28 maggio 2025, quando il Servizio sismico svizzero dell’ETH a Zurigo registra una scossa di magnitudo 3,1 a Goppenstein (Vallese). Ma l’epicentro non si trova lì, nella frazione di Ferden, dove sbuca il tunnel ferroviario del Lötschberg. In quello stesso istante, a circa 9 chilometri di distanza, una colossale nube di polvere avvolge il comune più grande e più discosto della Lötschental. Il villaggio di Blatten, con le sue tipiche case di legno scurite dal sole, non c’è più. Sepolto da 9 milioni di metri cubi di ghiaccio e roccia che sono precipitati dalla montagna. Nei giorni seguenti il nome del paesino alpino distrutto finisce sui principali media internazionali. 

Se dal profilo geologico la catastrofe di Blatten è ancora in gran parte da studiare, dal punto di vista della cronaca la vicenda può essere ripercorsa qui nelle sue principali tappe.

Le immagini da Blatten

Gli osservati speciali: il ghiacciaio del Birch e il Kleines Nesthorn

È metà maggio quando una colata detritica delle dimensioni di una piccola valanga si ferma a 500 metri dal fiume Lonza, fuori dal villaggio di Blatten. Siamo a 1’540 metri di quota, ma la bomba a orologeria si trova molto più in alto. Si sta infatti sgretolando il Kleines Nesthorn, a 3’341 metri, uno sperone di cresta del Bietschhorn (3’934 metri), chiamato anche “il Re del Vallese”.

La frana spazza via anche “una piccola parte” (Keystone-ATS del 18 maggio) del Birchgletscher. Da tempo questo ghiacciaio è un osservato speciale e viene monitorato attentamente dagli anni ’90 quando due valanghe di neve e ghiaccio causarono danni. In controtendenza, dal 2019, il fronte del Birch è avanzato di 50 metri, mentre il suo spessore è aumentato di 20 metri tra il 2017 e il 2023. 

Foto 5.jpg

Il primo ordine di evacuazione del villaggio

È anche grazie a questo monitoraggio del Politecnico di Zurigo che le autorità cantonali vallesane nei giorni seguenti hanno in mano dati certi per decidere. Sabato sera 17 maggio giunge l’ordine di evacuare le abitazioni di Blatten a sud del fiume Lonza. In totale sono 92 gli abitanti costretti a partire, con loro anche 16 turisti.  

La gestione di quella che è ormai un’emergenza viene presa in mano dallo Stato maggiore di condotta regionale. Anche ad occhio la situazione sta diventando sempre più dinamica. Il sorvolo in elicottero permette di osservare cedimenti profondi diversi metri e l’apertura di grandi crepe sul ghiacciaio. 

02:33

Frana minaccia Blatten, in Vallese

Telegiornale 19.05.2025, 20:00

L’avviso di Alertswiss: Blatten è deserta

L’ordine di evacuazione completa di Blatten arriva lunedì 19 maggio, quando in mattinata 300 persone sono costrette a lasciare un centinaio di abitazioni. Per far scattare la misura viene utilizzata anche l’app di Alertswiss. La maggior parte degli sfollati troverà accoglienza da privati nel vicino villaggio di Wiler. Secondo il portavoce dello Stato maggiore, Matthias Ebener, il rischio di uno smottamento sotto il Bietschhorn sarebbe “imminente”. Tra le possibili cause le autorità individuano lo scioglimento della neve al di sopra dei 2’500 metri.

La Lötschental.png

Il nuovo volto della Lötschental

  • ©Maocreator © OpenStreetMap

I dieci giorni che precedono la catastrofe

Un segnale, che benedice in un certo senso la scelta, giunge lo stesso giorno anche dal ghiacciaio del Birch, da dove poco dopo mezzogiorno si staccano 100’000 metri cubi di detriti. Gli esperti stimano in circa 200’000 metri cubi il materiale franato a valle dal venerdì precedente. A quel momento, è lunedì pomeriggio, Alban Brigger, ingegnere del Servizio cantonale dei pericoli naturali, dichiara che da uno a tre milioni di metri cubi di roccia potrebbero franare.

02:28

La montagna sopra Blatten continua a muoversi

Telegiornale 20.05.2025, 20:00

La notte tra lunedì e martedì trascorre tranquilla, senza smottamenti. Ma è una calma apparente. Durante tutta la giornata di martedì 20 maggio la caduta di massi dal Kleines Nesthorn riprende incessante. Nel tardo pomeriggio lo stesso ingegner Brigger dice che un terzo della massa rocciosa instabile si è staccato: 1,5 milioni di metri cubi e se ne dovrebbero staccare altri 3. Al momento non vengono segnalati danni al villaggio. “È lo scenario ideale”, si lascia sfuggire Brigger. Non ha tutti i torti, non si sa come reagirebbe in ghiacciaio sotto il colpo di un franamento completo e improvviso. 

Gli scenari sono diversi

Quello più preoccupante, a quel momento, è che il fiume Lonza, che scorre sul fondo della Lötschental, possa venire ostruito da un cono detritico di grandi dimensioni. Ma a Ferden, c’è la diga di Lötschen con la sua capacità di bloccare un volume di 800’000 metri cubi di acqua ed evitare così danni su larga scala a valle.

Anche se la roccia del Kleines Nesthorn franando masso per masso sembra rassicurare, gli esperti sono vieppiù preoccupati dal ghiacciaio, il cui movimento a valle sta accelerando sotto la spinta dei quasi tre milioni di metri cubi di detriti che vi si sono accumulati sopra.  Il 24 maggio il fronte di ghiaccio avanza di 2,5 metri al giorno, il 25 maggio la spinta verso il basso è di 4,4 metri, il 27 maggio viene misurata in 10 metri al giorno.

Nove milioni di tonnellate pesano sul Birch

A quel punto, ed è significativo di quanto sta avvenendo, la comunicazione degli esperti passa dai metri cubi alle tonnellate. Sopra il ghiacciaio del Birch, un vero e proprio tappo pronto a saltare, si sono accumulate 9 milioni di tonnellate di massi e detriti.

Il primo crollo di grande ampiezza del ghiacciaio avviene alle 18.00 di martedì 27 maggio e sembra una buona notizia. La colata di ghiaccio, roccia e acqua scende lungo la ripida valle della Birchbach, ma si ferma a 400 metri dalle prime case. Nella notte si registra un altro distacco di dimensioni paragonabili, che non raggiunge il villaggio.

L’ultimo giorno di Blatten

L’indomani, mercoledì 28 maggio, gli sfollati non sanno ancora che quel giorno perderanno tutto: la casa con i ricordi di una vita. In mattinata arriva la notizia che il Consiglio di Stato vallesano ha decretato la “situazione particolare” per la Lötschental. Una misura che permetterà di “reagire il più rapidamente possibile”, in caso di necessità. Manca pochissimo alle 15.24 quando il ghiacciaio del Birch crolla: Blatten non c’è più. La distruzione degli edifici è pari al 90%. In serata si aggiunge un’altra brutta notizia, c’è un disperso. Non si hanno notizie di uomo di 64 anni, che si era recato nella zona sottostante il villaggio. L’ampiezza della frana si è spinta ben oltre ogni previsione.  

Una “catastrofe totale”

“L’inimmaginabile è successo. Abbiamo perso il nostro villaggio”, dichiara Matthias Bellwald, il sindaco di Blatten. “Lo scenario peggiore si è verificato”, gli fa eco Raphaël Mayoraz, capo del Servizio dei pericoli naturali del canton Vallese. Parla di “catastrofe totale” anche il consigliere federale Albert Rösti che, la stessa sera partecipa con il collega Martin Pfister alla conferenza stampa organizzata nella palestra di Ferden. Da un lato il capo del Dipartimento federale dell’ambiente e dei trasporti (DATEC), dall’altro quello del Dipartimento federale della difesa e della protezione della popolazione (DDPS). Civili e militari sono pronti ad intervenire, ma la situazione è ancora troppo pericolosa. La stessa presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, che si trovava in Irlanda, fa rientro e venerdì pomeriggio arriva nella Lötschental per osservare, dal finestrino di un elicottero, la distruzione.

03:03

Reportage da Blatten

Telegiornale 29.05.2025, 20:00

La Lonza forma un lago, ma poi si apre un nuovo corso

Ostruita della massa di detriti, che in alcuni punti raggiungerà i cento metri, anche la Lonza non trova più sbocco. In poche ore, questo fiume che ha una portata paragonabile a quella del Vedeggio, forma un lago che sommerge le poche case del villaggio che non sono state sotterrate dalla frana. Il livello dell’invaso cresce rapidamente e cresce al tempo stesso il timore di un’ondata di piena. Per questo durante la giornata di giovedì altre persone sono costrette a lasciare Fafleralp, frazione di Blatten, e i villaggi di Kippel e Wiler, sul lato sinistro della valle. Anche nella parte bassa della Lötschental, a Gampel e Steg, la mattina di venerdì 30 maggio, la popolazione deve essere pronta a una rapida evacuazione.

02:41

Blatten e le incertezze del futuro

Telegiornale 01.06.2025, 20:00

Dopo tante cose andate storte, nel pomeriggio di venerdì l’acqua della Lonza inizia a defluire dal lago che ha sommerso Blatten. In serata il Governo vallesano, in una nota, dà notizia che il fiume si è ormai scavato un cammino lungo i 2,5 km di lunghezza del cono detritico. Nei giorni seguenti, e siamo ormai al presente, la situazione del bacino appare “sotto controllo e stabile” e la diga di Ferden resta vuota a titolo precauzionale. Sono riprese, in un’area limitata, le ricerche dello scomparso, mentre qualsiasi intervento a Blatten resta per ora escluso a causa del pericolo di caduta di massi dalla montagna.

Blatten un monito, ma anche un esempio

La vicenda di Blatten è prima di tutto un monito. “È un potente avvertimento del nostro mondo che si sta scaldando”, ha detto lunedì a Ginevra, Celeste Saulo, Segretaria generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Le alte temperature in quota e il conseguente ammorbidimento del permafrost stanno infatti rendendo fragili le creste alpine, aumentando la possibilità che si verifichino altri disastri del genere.

Ma Blatten, con i suoi 300 e più abitanti messi in salvo, indica anche la strada da seguire in termini di monitoraggio e sicurezza. E, in termini di vite umane, appare soprattutto un esempio.

A cura di:Stefano Pianca, giornalista RSI InfoKeystone-ATS, fotografie

Correlati

Ti potrebbe interessare