Svizzera

Capitale proprio di UBS, il Consiglio federale non cede

Il Governo avvia la consultazione sulle partecipazioni estere per le banche di rilevanza sistemica e insiste su una copertura al cento per cento

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Radiogiornale 26.09.2025, 12:30

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Di: ludoC/ATS 

Il Consiglio federale vuole che, in futuro, le banche di rilevanza sistemica in Svizzera siano tenute a coprire integralmente con capitale proprio le loro partecipazioni nelle filiali estere: per questo oggi, venerdì, il Governo ha indetto la procedura di consultazione relativa alla modifica della legge sulle banche e dell’ordinanza sui fonti propri.

In sostanza, il Governo vuole che i requisiti proposti per i fondi propri diventino via via più stringenti nel giro di sette anni. La consultazione durerà fino al 9 gennaio dell’anno prossimo. La copertura integrale, spiega il Governo, “garantirà così in futuro una migliore protezione dei clienti e dei creditori della casa madre svizzera dalle perdite all’estero.

Oggi, ricorda il Consiglio federale in un comunicato stampa, “le banche svizzere sono tenute a fornire soltanto una copertura parziale con capitale proprio per le partecipazioni nelle filiali estere. In caso di perdite di valore registrate su queste filiali, si riduce anche il capitale proprio della casa madre in Svizzera destinato originariamente alla sua attività operativa”.

“Too big to fail”

Consiglio federale, Banca nazionale svizzera (BNS) e Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) sono concordi nel ritenere che la misura è fondamentale per raggiungere gli obiettivi della regolamentazione «too big to fail» volti a rafforzare la stabilità finanziaria.

La nuova regolamentazione riguarda solo le banche di rilevanza sistemica che detengono partecipazioni estere e, allo stato attuale, interesserebbe quindi soltanto UBS. Governo, BNS e FINMA sostengono che la grande banca svizzera riesca a sostenere questo cambiamento nella regolamentazione.

La copertura con fondi propri di base di qualità primaria sarà pari al 65% all’entrata in vigore, per aumentare poi del 5% ogni anno e giungere al valore auspicato del 100%.

UBS contraria: mina la competitività

Tuttavia, UBS ritiene che un tale rafforzamento del capitale proprio minerebbe la sua competitività rispetto alle grandi banche di altri paesi, perché richiede un aumento del capitale proprio stimato a 20-25 miliardi di dollari. Martedì scorso, durante un evento a Zurigo, il presidente Colm Kelleher aveva definito questo requisito irrealizzabile chiedendo poi un compromesso.

La società di investimento svedese Cevian Capital, grande azionista di UBS, la scorsa settimana aveva per parte sua dichiarato che le regole più severe previste in materia di capitale proprio in Svizzera sono “incompatibili con la gestione di una grande banca internazionale”.

Negli scorsi giorni si è addirittura diffusa la voce di uno spostamento di UBS negli Stati Uniti. Tuttavia, lo stesso Kelleher aveva smentito un articolo del New York Post secondo cui rappresentanti di UBS avrebbero già parlato con il governo americano riguardo a un possibile trasferimento della sede del gruppo negli Stati Uniti. “Non abbiamo avviato alcuna trattativa”, aveva affermato Kelleher, stando a dichiarazioni riportate da Bilanz.

La presa di posizione di UBS

UBS respinge “fermamente” il progetto del Consiglio federale volto ad aumentare i requisiti patrimoniali per le grandi banche: le disposizioni messe in consultazione oggi dal governo sono “estreme” e “non in linea con gli standard internazionali”, sostiene l’istituto. L’azienda prende atto dei documenti pubblicati dall’esecutivo e sta esaminando le informazioni in essi contenute, si legge in una presa di posizione odierna. La banca sottolinea di sostenere in linea di principio la maggior parte delle proposte presentate dal Consiglio federale il 6 giugno scorso, a condizione che siano attuate in modo “mirato, proporzionato e in linea con gli standard internazionali”.

Il ventilato aumento dei requisiti patrimoniali comporterebbe però per UBS un incremento di 24 miliardi di dollari (19 miliardi di franchi) di fondi propri (capitale CET1), ribadisce l’istituto confermando le sue precedenti stime. Ciò si aggiungerebbe ai 18 miliardi che UBS dovrebbe comunque detenere a causa dell’acquisizione di Credit Suisse.

Il capitale aggiuntivo porterebbe UBS a un coefficiente CET1 di circa il 19%, secondo i calcoli della società. “Ciò significa che i requisiti minimi effettivi relativi al coefficiente CET1 per UBS sarebbero almeno del 50% superiori alla media delle banche di importanza sistemica a livello globale”, si rammarica l’impresa guidata da Sergio Ermotti.

02:38

RG 07.00 del 22.09.25: UBS potrebbe trasferirsi all’estero? Le spiegazioni di Alan Crameri in diretta con Gabriele Bohrer

RSI Info 26.09.2025, 11:28

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