Cassis a sorpresa in Medio Oriente

Il consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri, si reca in Medio Oriente questo martedì e domani, mercoledì, per una visita ufficiale presso le autorità palestinesi e israeliane della durata di una ventina di ore in tutto. È quanto reso noto dalla Confederazione in un comunicato. Il suo aereo è atteso nel pomeriggio a Tel Aviv.

“Gli incontri - si legge nella nota - metteranno al centro la situazione nei Territori palestinesi occupati, in particolare la guerra in corso nella Striscia di Gaza. Il capo del DFAE affronterà inoltre con i suoi interlocutori le questioni legate alla situazione della sicurezza in Medio Oriente, come anche quelle legate agli sforzi diplomatici a favore di una soluzione politica al conflitto”. Un’attenzione particolare sarà posta sulle prospettive di pace nella regione, in vista anche della partecipazione della Svizzera alla Conferenza dell’ONU in programma dal 17 al 20 giugno a New York. Martedì sera è previsto anche un incontro con operatori di organizzazioni umanitarie.

Cassis si recherà mercoledì a Ramallah per incontrare il primo ministro e ministro degli affari esteri dell’Autorità palestinese, Mohammad Mustafa. In Israele incontrerà il ministro israeliano degli affari esteri Gideon Sa’ar, ma non il premier Benjamin Netanyahu, ricercato dalla Corte penale internazionale.

Sono previsti incontri anche con rappresentanti delle organizzazioni internazionali attive nella Striscia e sostenute dalla Svizzera, con l’obiettivo di ottenere “un’immagine più completa possibile della situazione umanitaria” spiega ancora il DFAE.

Negli scorsi giorni avevano fatto discutere le dichiarazioni su Gaza e sul conflitto israelo-palestinese che il consigliere federale Cassis aveva rilasciato in un’intervista al Telegiornale della RSI. Il capo del DFAE aveva parlato di guerra dell’informazione e alla domanda se la Svizzera stia valutando di rimettere in discussione i rapporti con Israele aveva dichiarato che “non è smettendo di parlare con un Paese che si cambiano le cose”.

Era stata criticata la decisione svizzera di non firmare una lettera sottoscritta da una ventina di Paesi contro la distribuzione degli aiuti, affidata a una organizzazione statunitense senza esperienza e vicina a Israele. La giustificazione di Cassis non aveva fatto altro che peggiorare le cose. E l’attitudine del Dipartimento, tutt’altro che ferma nei confronti delle violazioni commesse da Israele, ha suscitato contestazioni sia all’interno del DFAE stesso che da parte di ex diplomatici della Confederazione.

Nella nota odierna, il DFAE scrive che “con questa visita ufficiale, la Svizzera riafferma il suo attaccamento ai principi umanitari e a una pace giusta e duratura in Medio Oriente, fondata sul dialogo, il rispetto reciproco e la dignità umana. Attraverso i suoi buoni uffici, il DFAE si adopererà per contribuire agli sforzi volti a dare una prospettiva di pace per tutte le parti coinvolte”.

Dopo la sua seduta dello scorso 28 maggio, il Consiglio federale aveva inoltre espresso “profonda apprensione per l’intollerabile sofferenza della popolazione nella Striscia di Gaza”. E aveva chiesto “un accesso umanitario illimitato per la popolazione civile, un cessate il fuoco immediato e la liberazione completa e incondizionata degli ostaggi detenuti da Hamas”.