La giustizia di Zugo risponderà “a tempo debito” sulla ricevibilità della causa civile intentata contro il colosso del cemento Holcim da quattro abitanti dell’isola indonesiana di Pari (tre uomini e una donna) che chiedono risarcimenti per l’aumento del livello del mare causato dal riscaldamento climatico, una riduzione delle emissioni e contributi per proteggere l’isola. È quanto ha fatto sapere il tribunale dopo l’udienza di oggi, mercoledì, su un caso unico che rischia di fare giurisprudenza.
L’innalzamento delle acque ha già fatto perdere a Pari in 11 anni l’11% della sua ridotta superficie. Se l’aumento dei livelli del mare dovesse proseguire ai ritmi attuali, le circa 1’500 persone che vi risiedono dovrebbero abbandonarla entro la fine di questo secolo. I diritti della personalità delle quattro persone che hanno avviato la causa sarebbero stati violati a causa delle emissioni di CO2 dell’impresa con sede nel canton Zugo, ha affermato mercoledì mattina il loro avvocato alla Corte di prima istanza. Una riduzione delle emissioni permetterebbe di salvare l’isola, che rischia di essere sommersa.
Inoltre, manca il denaro per prendere misure che potrebbero proteggere maggiormente l’isola, ha proseguito il legale, traducendo le parole degli stessi abitanti, due dei quali presenti in aula. I risarcimenti permetterebbero quindi di contribuire a questo sforzo. Un punto essenziale, considerando che i danni non sono stati causati dalla popolazione locale. Per la legale, che si appoggia su studi in proposito, Holcim è responsabile dello 0,42% delle emissioni inquinanti dal 1750 a oggi e per questa quota deve pagare.
L’azienda non ci sta
Holcim, che da qualche anno non ha più cementifici in Indonesia, contesta la ricevibilità del caso per un tribunale di Zugo. L’avvocato del gruppo ha qualificato il tutto come una “messa in scena” e una “campagna coordinata”.
Gli abitanti dell’isola indonesiana, ha sottolineato il legale del gigante del cemento, sono colpiti dai cambiamenti climatici quanto il resto della popolazione mondiale. Inoltre, un tribunale civile non è la sede ideale per trattare una questione simile.
Prendere di mira la multinazionale non servirebbe poi a niente: “Anche se Holcim interrompesse del tutto la produzione di cemento” la situazione non migliorerebbe. Semplicemente un’altra azienda riprenderebbe l’attività, magari in un Paese con meno restrizioni. La riduzione di CO2 deve essere coordinata a livello globale. Il processo rischia quindi di essere di stampo politico.
Un caso esemplare
La questione è seguita con interesse anche dagli esperti: “Holcim non è di certo l’unica ad aver provocato questo danno. La domanda centrale ora è se la si possa ritenere responsabile per la sua quota di emissioni” ha spiegato a SRF Evelyne Schmid, professoressa di diritto all’Università di Losanna. Una questione nuova per i tribunali svizzeri. Ma questo non significa, secondo l’esperta, che la causa sia senza speranza.

Holcim a processo
Telegiornale 03.09.2025, 12:30