VOTAZIONI FEDERALI

Clima, un’iniziativa per tassare i super-ricchi

La proposta in votazione il prossimo 30 novembre e i punti salienti del dibattito fra favorevoli e contrari

  • 2 ore fa
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La consegna a Berna delle firme dell'iniziativa, nel febbraio dello scorso anno

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Di: ARi 

L’iniziativa “Per il futuro”, lanciata dai Giovani socialisti (GISO) e riuscita lo scorso anno con quasi 110’000 firme valide a sostegno, si propone di contribuire finanziariamente alla politica climatica della Confederazione, la quale entro il 2050 dovrà ridurre le emissioni di gas a effetto serra ad un saldo netto pari a zero. Il testo prende di mira i patrimoni dei “super-ricchi” e punta a introdurre anche a livello federale, come già in quasi tutti i cantoni, un’imposta su successioni e donazioni. Per avere un’idea del numero dei soggetti interessati si possono considerare le stime del 2021: in base ad esse, quell’anno erano circa 2’500 i contribuenti con patrimoni superiori ai 50 milioni di franchi. Nell’ordine di 500 miliardi, l’imponibile complessivo.

Il meccanismo previsto dalla proposta è il seguente: quando successioni e donazioni oltrepassano complessivamente una franchigia di 50 milioni di franchi, sulla cifra al di sopra di questa soglia verrebbe prelevata un’imposta del 50%: ne consegue che nel caso di un patrimonio di 200 milioni di franchi, per esempio, l’imposta in questione sarebbe di 75 milioni. Il gettito verrebbe ripartito fra Confederazione e Cantoni nella misura di due terzi e rispettivamente un terzo. Quanto al suo utilizzo, il testo stabilisce che dovrà servire a “combattere la crisi climatica in modo socialmente equo e per apportare all’economia nel suo complesso la trasformazione necessaria a tal fine”.

L’impianto della norma è rigoroso: dall’applicazione, che inizierebbe già a partire dall’accettazione dell’iniziativa (le disposizioni per l’esecuzione introdotte in seguito verrebbero applicate retroattivamente), fino all’assenza di deroghe (non ci sono eccezioni né per il coniuge superstite o i discendenti, né per le liberalità nei confronti di enti pubblici o associazioni di pubblica utilità.). L’iniziativa, inoltre, prevede l’emanazione di norme volte a prevenire l’elusione fiscale, in particolare con partenze dalla Svizzera.

Circa il gettito che la nuova imposta genererebbe, le stime appaiono divergenti: i promotori del testo prevedono entrate annue medie nell’ordine di 6 miliardi di franchi, mentre l’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) le quantifica in 4,3 miliardi.

Gli argomenti degli iniziativisti

I promotori dell’iniziativa mettono in relazione il degrado climatico con le diseguaglianze sul piano della ricchezza. E sottolineano che, nell’ultimo trentennio, le emissioni di gas serra riconducibili alle fasce con redditi medio-bassi sono continuamente scese, mentre quelle imputabili ai più ricchi sono aumentate del 30%: le misure per la tutela del clima vanno quindi finanziate soprattutto da coloro che identificano come i principali responsabili della crisi climatica.

Iniziativa per il futuro: un video di presentazione della GISO (in francese)

Viene quindi sottolineata l’esigenza per la Svizzera, in funzione degli obiettivi di politica climatica, di investire annualmente quasi 11 miliardi di franchi in più. L’imposta prevista dall’iniziativa consentirebbe quindi di incamerare ogni anno fino a 6 miliardi di franchi, evitando che il peso finanziario ricada sulla maggior parte della popolazione.

Quanto all’impatto della misura, i favorevoli rilevano che essa non concerne le aziende e verrebbe applicata solo ai più facoltosi, che costituiscono lo 0.05% dei contribuenti. Chi inoltre eredita una piccola o media impresa, vista la franchigia di 50 milioni di franchi, non sarebbe soggetto all’imposta.

Le ragioni del “no”

Governo e Parlamento prevedono in particolare perdite per la fiscalità e raccomandano di respingere l’iniziativa. La sua accettazione, sostengono, potrebbe indurre in larga misura gli interessati a lasciare il Paese e dissuadere altri soggetti facoltosi dal trasferirsi in Svizzera. Fra partenze e mancati arrivi, le entrate prodotte dalla nuova imposta potrebbero quindi risultare ben inferiori a quelle previste dagli iniziativisti.

No all’iniziativa: le considerazioni del Governo presentate in conferenza stampa da Karin Keller-Sutter

Inoltre, una volta partiti per l’estero, i contribuenti più ricchi smetterebbero di pagare imposte in Svizzera sul reddito e sulla sostanza. Ciò avrebbe conseguenze rilevanti, se si considera che, attualmente, quasi il 40% del gettito prodotto dalle due imposte è da ricondurre all’1% dei contribuenti con redditi o patrimoni più consistenti. Le risorse fiscali per Confederazione, cantoni e comuni potrebbero quindi calare in misura considerevole.

In ultima analisi, affermano i contrari, sarà quindi il ceto medio a dover passare alla cassa per compensare le perdite fiscali. Quanto alla politica per il clima, l’iniziativa non la favorirebbe vista la riduzione delle risorse finanziarie a disposizione.

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Sondaggio: verso due bocciature nelle votazioni del 30 novembre

Telegiornale 24.10.2025, 20:00

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