Compilare la scheda di voto e spedirla per posta, ma dimenticare il francobollo. È quanto successo ad almeno 1’000 cittadini di Lugano anche lo scorso 30 novembre, in occasione delle votazioni federali sull’iniziativa per un servizio civico e su quella per il futuro. Per la città la busta del voto per corrispondenza da affrancare è infatti una novità introdotta quest’anno: in precedenza la spedizione era gratuita (o meglio: pagata dalla Comune).
“Le buste non affrancate sono 1’000-1’500 per singola votazione” ci fa sapere l’Ufficio stampa della Città di Lugano. Nei quattro appuntamenti alle urne del 2025 le persone che hanno votato per corrispondenza erano tra le 8’836 del 15 giugno e le 15’613 del 29 settembre.
In caso di busta non affrancata, la Posta addebita le spese di spedizione direttamente al Comune, che se ne fa carico, ci dice ancora la Città. “Tali costi non vengono richiesti al cittadino”. Ma quanto pesano sulle casse luganesi? Si parla di 1’000-1’500 franchi per ciascuna votazione. La modalità di voto con busta preaffrancata comportava invece una spesa di circa 8’000 franchi per ogni appuntamento alle urne (quindi 32’000 franchi in un anno con quattro votazioni).
I singoli Comuni hanno la facoltà di decidere “se assumersi o meno i costi di spedizione delle buste di trasmissione con le schede votate”, come spiega il Consiglio di Stato in una risposta che a metà novembre ha fornito a un’interrogazione sul tema presentata dal granconsigliere socialista Fabrizio Sirica. E per quanto riguarda le spese postali generate da buste senza affrancatura, “non vi è un obbligo per il Comune di farsi carico di tali costi”.
Sul territorio cittadino di Lugano si contano diciassette bucalettere di voto
Attualmente in Ticino soltanto il Comune di Locarno offre la busta preaffrancata alla propria cittadinanza. A Lugano i cittadini con diritto di voto (sono oltre 34’000) hanno comunque tuttora la possibilità di imbucare gratuitamente la busta di voto, utilizzando una delle 17 bucalettere situate nei 21 quartieri (così come avviene anche negli altri comuni).
Francobollo e tasso di partecipazione
L’obbligo di affrancare la busta del voto per corrispondenza riduce di quasi due punti percentuali il tasso di partecipazione. È la conclusione a cui è giunto, nel 2017, uno studio dell’Università di Friburgo condotto da Mark Schelker e Marco Schneiter. Uno studio che ha esaminato la partecipazione alle votazioni tra il 1989 e il 2014 in 325 comuni del Canton Berna. Al di là dell’aspetto finanziario, gli autori hanno inoltre osservato che la gratuità del voto offre la comodità di non dover cercare un francobollo.
Per la Città di Lugano, che ha introdotto l’obbligo di francobollo con le votazioni del 2025, l’impatto sul tasso di partecipazione è difficilmente quantificabile. “L’affluenza alle urne - ci dicono dall’Ufficio stampa - dipende da molteplici fattori, tra cui il contenuto delle votazioni, che incide in misura decisamente maggiore”. E aggiungono che il periodo osservato è ancora troppo breve: “Un solo anno e pochi appuntamenti elettorali non consentono di trarre conclusioni affidabili”.
Già nel 2013, in risposta a un’interpellanza dell’allora consigliera nazionale UDC Yvette Estermann, il Consiglio federale scriveva che nei cantoni con voto per corrispondenza gratuito generalizzato “non è stato constatato alcun aumento del tasso di partecipazione, né vi è da aspettarsi che questo aumenti in futuro”.
E sull’opportunità di introdurre in tutta la Svizzera il voto per corrispondenza gratuito per le votazioni federali, il Governo affermava che sarebbe “in linea di massima” possibile. Ma senza un’assunzione dei costi da parte della Confederazione, “questo disciplinamento intaccherebbe l’autonomia (finanziaria) dei Cantoni e dei Comuni, limitando soprattutto il margine di manovra finanziario dei Comuni”.
Nel frattempo, comunque, a livello nazionale una decina di cantoni offre il voto per corrispondenza gratuito anche se spedito per posta. Tra questi si contano i Grigioni, che il 1° giugno 2022 hanno introdotto la busta preaffrancata per le votazioni e le elezioni federali, cantonali e comunali: tutti i costi sono assunti dal Cantone.
Quando la busta è in ritardo
A ogni appuntamento alle urne, si contano buste del voto per corrispondenza che il servizio postale non è in grado di recapitare. Si tratta di casi in cui la carta di legittimazione viene inserita in maniera errata, e quindi l’indirizzo del Comune destinatario non è visibile, oppure di buste che vengono imbucate troppo tardi.
In entrambi i casi, in Ticino il materiale viene consegnato al Servizio cantonale dei diritti politici, come spiega il Consiglio di Stato in risposta alla recente interrogazione di Sirica. Quando l’indirizzo del destinatario non è visibile, la busta di trasmissione viene aperta per individuare il Comune di recapito e viene quindi inoltrata. Nell’operazione, il segreto del voto è garantito, in quanto la busta contenente la scheda resta chiusa.
Il materiale di voto che viene invece imbucato troppo tardi e che quindi non è più recapitabile entro il termine di domenica a mezzogiorno (quando chiudono le urne) resta invece chiuso e viene conservato dal Servizio dei diritti politici per poi essere distrutto dopo la crescita in giudicato del risultato della votazione. Lo stesso vale per le buste con la scheda di voto che vengono imbucate senza busta di trasmissione.
Il Cantone fornisce anche delle cifre sulle buste arrivate in ritardo nelle ultime votazioni: 63 per l’appuntamento del 9 febbraio 2025, 97 per quello del 15 giugno 2025 e 205 per quello del 28 settembre 2025.
In quattro cantoni la votazione è anche elettronica
Come alternativa gratuita, in Svizzera si sta facendo largo anche il voto elettronico. Lo strumento, che si basa su una piattaforma sviluppata dalla Posta, è nel frattempo realtà in quattro cantoni: dal giugno 2023 è disponibile a Basilea Città, San Gallo e Turgovia, e nel 2024 è stato introdotto anche nei Grigioni.
Radiogiornale delle 07.00 del 29.07.2025: Il servizio di Alessio Veronelli sul voto elettronico in Svizzera
RSI Info 29.07.2025, 07:00
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Al momento non tutti i cittadini possono però fare uso del voto elettronico. La Confederazione ha infatti fissato un limite per cui al massimo il 30% degli aventi diritto di voto cantonali e il 10% di quelli nazionali possono optare per il sistema.
Nei Grigioni, per esempio, l’e-voting è disponibile in 26 comuni (in vista dell’appuntamento alle urne dell’8 marzo 2026 il servizio è stato esteso anche agli aventi diritto di voto di Cazis, La Punt Chamues-ch, Schluein e Scuol).
I comuni grigionesi in cui è disponibile l'e-voting
E sinora nel cantone sono circa 7’000 le persone che si sono annunciate per il voto elettronico, cioè quasi il 10% degli aventi diritto nei 26 comuni, come scrivono le autorità grigionesi. In occasione delle ultime votazioni federali del 30 novembre, 4’105 schede di voto sono state “imbucate” attraverso la piattaforma di e-voting.

Grigioni al voto elettronico
Il Quotidiano 01.03.2024, 19:00
Ora ipovedenti e ciechi possono votare da soli
Con le votazioni federali del 30 novembre, nel Canton Zurigo è scattato un progetto pilota che consente alle persone con forti disabilità visive o cecità di compilare in autonomia le schede di voto. Si tratta dell’introduzione di un’apposita mascherina con campi preforati che permette al cittadino di tracciare le risposte “sì” e “no”. Un codice QR fornisce inoltre l’accesso alle informazioni relative alle mascherine di voto e ai temi della votazione federale.
Il materiale di voto per ipovedenti e ciechi
Questo strumento rappresenta un passo importante per l’inclusione delle persone non vedenti, come afferma a SRF la 51enne Janka Reimmann, ipovedente dall’età di otto anni e ora quasi completamente cieca: il 30 novembre per la prima volta ha potuto compilare da sola la scheda di voto, esercitando i suoi diritti democratici senza alcun aiuto da parte di altre persone: “Poter fare le cose da soli e non dover sempre contare su qualcuno che ci aiuti è un grande vantaggio per noi” ha detto Reimmann.
Per ora la mascherina può essere utilizzata soltanto nel Canton Zurigo per votazioni su temi federali. L’introduzione dello strumento a livello nazionale dovrebbe avvenire nel corso del secondo semestre del 2026.

Due no alle votazioni federali
Telegiornale 30.11.2025, 20:00







