Tutto è partito dal liceo Zurigo Nord, il più grande della Svizzera, con oltre duemila studenti. Qualche settimana fa si è appreso che la direzione sta studiando la possibilità di ridurre i compiti a casa o addirittura abolirli del tutto. Motivo: lo stress e il tempo impiegato.
“Stando ad un sondaggio interno cui hanno risposto 1'800 studenti, più della metà lavora la sera almeno due ore per prepararsi agli esami e fare i compiti”, dice il direttore Andreas Niklaus. “Molto tempo viene investito anche nel finesettimana. Un numero crescente di adolescenti è sempre più sotto pressione e soffre di problemi psichici anche a causa dello stress a scuola”.
Il collegio dei docenti si esprimerà prossimamente, ma il liceo Zurigo Nord non è l’unico del cantone a fari delle domande. A Basilea Campagna, invece, c’è chi pensa all'abolizione dei compiti nelle scuole elementari: la granconsigliera UDC Caroline Mall, madre di tre figli, che ha seguito con interesse le discussioni zurighesi. A Zurigo, Lucerna, San Gallo le primarie hanno già detto addio ai compiti.
“Quegli esperimenti sono positivi”, afferma Mall. “Rinunciare ai compiti consente ai bimbi di giocare, divertirsi dopo svariate ore di immobilità forzata. E poi non ci sono studi empirici che confermino il contributo dei compiti al miglioramento del rendimento scolastico”.
Non tutti d'accordo
Ma non mancano le voci critiche o perlomeno scettiche. Stefan Wolter, direttore del Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa, fa notare che gli apprendisti - con un carico settimanale di 42 ore tra lavoro e scuola, contro le 26 dei liceali che hanno anche più vacanze - avrebbero maggiori ragioni di lamentarsi delo stress.
E ai compiti non si deve rinunciare nemmeno alle elementari, dice ad esempio il pedagogo sangallese Bernhard Hauser: “Aiutano i bambini a lavorare in modo indipendente e a sviluppare autodisciplina”.
Hauser è convinto che i compiti non spariranno perché, anche se regolarmente c'è chi propone di abolirli, alla fine ben poche scuole poi decidono di farlo. E quelle che lo fanno spesso poi tornano sui loro passi. E’ successo nel canton Svitto, dove nel 1993 si era rinunciato ai compiti alle elementari. Quattro anni dopo, le proteste dei genitori hanno fatto fare marcia indietro.
Ticino: il principio è la moderazione
E in Ticino? In questo momento la questione non è un tema al centro dell'attenzione, afferma Emanuele Berger, direttore della divisione della scuola del DECS. In passato è stato tuttavia preso in esame e approfondito in generale, specie per quanto attiene alla scuola dell'obbligo.
SEIDISERA del 14.04.23 - L'intervista a Emanuele Berger realizzata da Camilla Luzzani
RSI Info 15.04.2023, 10:13
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La premessa da fare, spiega Berger, risiede nel fatto che la scuola a tempo pieno "deve garantire che l'apprendimento avvenga durante l'orario scolastico nell'interazione con il docente". Del resto, quando l'allievo svolge i compiti a casa non può rivolgersi al docente e deve quindi ricorrere, in caso di dubbi, all'aiuto dei genitori. "Però non tutti i genitori hanno le capacità e il tempo per assistere i figli", sottolinea, col risultato di avere "un fattore che crea delle disparità".
Di conseguenza più ci sono compiti a casa, più ci sono delle disparità. Ma proprio per questo esiste un regolamento, almeno per quanto riguarda la scuola media. Esso "non vieta assolutamente i compiti, però dice che vanno seguiti dei criteri di moderazione, specialmente nelle prime classi, e di concertazione fra docenti". E se consideriamo le scuole comunali "ci sono delle direttive che anche in questo caso enunciano più o meno gli stessi principi". Si cerca quindi di evitare di assegnare frequentemente dei compiti.