Svizzera

Consiglio federale: norme “too big to fail” da rafforzare

Alla luce della crisi del Credit Suisse il Governo propone una serie di misure al fine di ridurre i rischi per economia, Stato e contribuenti

  • 10 aprile, 14:15
  • 25 aprile, 09:23
La crisi del Credit Suisse è alla base del rapporto esaminato dal governo

La crisi del Credit Suisse è alla base del rapporto esaminato dai consiglieri federali

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Di: ATS/RSI Info

Dopo una profonda valutazione, mercoledì il Consiglio federale ha approvato il rapporto sulla stabilità delle banche. Il governo ha rilevato che l’ampia analisi della crisi del Credit Suisse “mostra che l’attuale dispositivo “too big to fail” deve essere ulteriormente sviluppato e rafforzato”.

Questo al fine di “ridurre i rischi per l’economia nazionale, lo Stato e i contribuenti”. Il Consiglio federale ha perciò elaborato un complesso pacchetto di misure che prima di essere attuato dovrà “tener conto delle conclusioni a cui è giunta la Commissione parlamentare d’inchiesta”. In una prima fase saranno apportate modifiche alle ordinanze che possono essere adottate solo dal Consiglio federale. Secondariamente invece, gli emendamenti saranno preparati a libello legislativo e presentati al Parlamento.

La verifica ha permesso di rilevare “anche lacune nell’attuale dispositivo” e quindi la necessità di intervenire al fine di “sviluppare ulteriormente e rafforzare la normativa”. Sono così state appunto definite 22 misure, direttamente applicabili, mentre altre sette misure saranno oggetto di successivi approfondimenti.

Sulla stessa base, i consiglieri federali affermano di esser giunti alla conclusione che, in linea di principio, molte delle misure già introdotte a livello nazionale e internazionale per rafforzare la stabilità finanziaria si sono dimostrate valide.

L’attuazione del pacchetto di misure mira a ridurre notevolmente la probabilità che in Svizzera si ripresenti il caso di una banca di rilevanza sistemica coinvolta in una grave crisi che renda necessarie misure statali d’emergenza. Inoltre, in caso di crisi la capacità di liquidazione di una banca “too big to fail” deve essere garantita come un’opzione credibile.

Nuove regole per le "Too big to fail"

SEIDISERA 10.04.2024, 18:08

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Berna definisce tre linee di intervento

Il pacchetto di misure proposto dal Consiglio federale si suddivide in tre linee di intervento. In primis occorrerà rafforzare la prevenzione: con requisiti prudenziali espliciti e strumenti più ampi a disposizione dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), si esigerà dalle banche di rilevanza sistemica un governo d’impresa efficace (“corporate governance”) e una gestione dei rischi più responsabile, precisa il Governo. Ciò implica, tra l’altro, la regolamentazione dei bonus (ad es. periodi di sospensione e clausole di restituzione). Si vaglierà anche la possibilità di conferire alla FINMA la competenza di infliggere multe.

Secondariamente, secondo l’Esecutivo federale, occorrerà rafforzare la liquidità. Il rafforzamento della dotazione di fondi propri delle banche di rilevanza sistemica è già stato attuato a livello normativo dal mese di gennaio del 2024. Ma occorrerà pure ampliare significativamente il potenziale di approvvigionamento di liquidità attraverso la Banca Nazionale Svizzera (BNS). Inoltre, deve essere introdotta nel diritto ordinario la possibilità di concedere una garanzia statale della liquidità, nel quadro dell’eventuale risanamento di una banca di rilevanza sistemica.

Infine, bisognerà sviluppare gli strumenti a disposizione per far fronte a situazioni di crisi: in tali frangenti, le banche di rilevanza sistemica devono uscire dal mercato in modo ordinato. Al fine di rafforzare tale capacità è necessario ampliare il piano di liquidazione e continuare a ridurre al minimo i rischi legali associati alla liquidazione stessa. E l’organizzazione e la collaborazione tra autorità nel caso di una crisi devono essere esaminate e, se necessario, disciplinate in modo più chiaro.

Karin Keller-Sutter resta convinta che l’acquisizione sia stata l’opzione migliore per la Svizzera

La consigliera federale rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa si è detta convinta che la strada intrapresa sia quella giusta per il nostro Paese. “Presumo che le banche faranno sentire la loro voce e non saranno d’accordo su tutto” ha dichiarato la responsabile delle finanze, ribadendo la volontà di essere un centro finanziario internazionale di primo piano senza che “la popolazione debba sostenere i rischi imprenditoriali”. E riguardo allo stipendio di Sergio Ermotti, Karin Keller-Sutter ha risposto di essere preoccupata in quanto “vengono pagati compensi che vanno oltre l’immaginazione di qualsiasi cittadino”.

UBS e Credit Suisse sotto lo stesso tetto

Il Quotidiano 09.04.2024, 19:00

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