Credit Suisse si è dichiarata colpevole di aver cospirato per aiutare ricchi americani a evadere le tasse e dovrà pagare una multa di 2,6 miliardi di dollari per chiudere la vertenza fiscale con gli Stati Uniti.
Questo quanto comunicato in una conferenza stampa tenuta da Eric Holder, numero uno del Dipartimento di giustizia statunitense, al termine di una giornata che ha visto la seconda banca elvetica finire formalmente sotto accusa in una corte federale della Virginia, davanti alla quale i rappresentanti dell'istituto hanno ammesso il reato addebitato. "Nessuna istituzione finanziaria è al di sopra delle leggi, qualsiasi siano le sue dimensioni" ha affermato Holder.
Il CS è una delle 14 banche svizzere finite sotto inchiesta oltre Atlantico. In febbraio, testimoniando davanti a una commissione senatoriale, il patron Brady Dougan aveva riconosciuto comportamenti non del tutto limpidi, ma ne aveva attribuito la responsabilità a un ristretto gruppo di collaboratori. In tutto, i contribuenti aiutati a sviare l'erario sarebbero stati 22'000, con capitali complessivi compresi fra i 10 e i 12 miliardi di dollari.
ATS/pon