Svizzera

Cambiamenti climatici, Svizzera più esposta ai pericoli naturali

È l’allarme lanciato dalla direttrice dell’Ufficio federale dell’ambiente: “Bisogna adattarsi in fretta”

  • Oggi, 10:12
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Notiziario 13.07.2025, 10:00

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Di: ATS/YR 

I pericoli naturali conseguenza dei cambiamenti climatici sono in aumento e interessano tutta la Svizzera, non solo le zone alpine: lo afferma la direttrice dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) Katrin Schneeberger.

“I pericoli naturali sono sempre più frequenti e più intensi e la Svizzera sta diventando più vulnerabile a causa della sua densità di popolazione”, argomenta la 58enne in un’intervista pubblicata dal SonntagsBlick. “Le inondazioni danneggiano le nostre infrastrutture e gli anziani soffrono per il caldo. Anche gli animali e i boschi sono colpiti”.

Un rischio deriva ad esempio dal disgelo del permafrost. “Il permafrost è il cemento delle nostre montagne. È presente su circa il 5% della superficie della Svizzera: è una percentuale significativa. Quando il permafrost si scioglie, le montagne diventano meno stabili e le frane e le cadute di massi sono più frequenti. Dobbiamo essere più preparati”.

Non sono solo le regioni alpine a fare i conti con gli effetti del cambiamento climatico: anche le città ne subiscono le conseguenze. “Gli agglomerati urbani sono densamente costruiti, e quando piove intensamente l’acqua fatica a defluire. Oggi, circa la metà dei danni da alluvione è causata proprio da questo”, spiega Schneeberger. A peggiorare la situazione, le notti tropicali che non danno tregua: “Le città non si rinfrescano, e le persone ne soffrono”. Soluzioni come l’aria condizionata? “Non sono una grande sostenitrice: spesso bastano tende e tapparelle per migliorare il comfort”.

Per affrontare queste sfide, l’UFAM ha avviato il programma Adapt+, pensato per sostenere progetti di adattamento climatico. “La richiesta è già molto alta e, a medio termine, supererà probabilmente i fondi disponibili”, avverte Schneeberger. I finanziamenti possono servire, ad esempio, per sviluppare nuovi tipi di pavimentazioni che aiutano a raffreddare le aree urbane, oppure per piantare alberi resistenti al clima in foreste protettive, capaci di difendere insediamenti, strade e ferrovie da frane e smottamenti.

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  • Andrea Fazioli
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