Svizzera

Fallisce azienda USA, UBS coinvolta per mezzo miliardo

L’istituto confrontato con una situazione delicata - Una sua società d’investimenti ha iniettato notevoli importi in First Brands Group, che ha portato i libri contabili in tribunale

  • Oggi, 13:20
01:49

Radiogiornale 12.30 dell’8 ottobre 2025 - Il servizio di Marzio Minoli

RSI Info 08.10.2025, 13:17

  • Keystone
Di: Radiogiornale/M. Minoli/EnCa 

Il Gruppo UBS si trova ad affrontare un’esposizione di oltre 500 milioni di dollari nei confronti di First Brands Group, il fornitore statunitense di ricambi per auto che ha appena presentato istanza di fallimento dopo aver dovuto affrontare un debito crescente e difficoltà operative. 

Come spesso accade in questi casi lo schema non è semplice. UBS non è esposta direttamente, ma è proprietaria di una società di investimenti statunitensi, la O’Connor, attiva soprattutto con investitori qualificati e dunque con un certo grado di rischio.

O’Connor ha rivelato che un suo prodotto finanziario ha investito il 30% dei fondi a disposizione nell’‘azienda di ricambi per automobili, subissata da sei miliardi di dollari di debiti. Tali passivi erano garantiti soprattutto dalla cessione di fatture ancora da incassare. Una pratica diffusa ma che porta a poca trasparenza nei bilanci, in quanto spesso questi prestiti non sengono iscritti sui libri contabili; dunque, difficili da individuare per chi vuole investire.

UBS si ritrova quindi a dover gestire questa situazione delicata ed è paradossale il fatto che a fine maggio la banca aveva concluso l’accordo di vendita della O’Connor a una concorrente per la cifra di undici miliardi di dollari. Non si sa ancora se questa operazione ora andrà in porto.

UBS non ha ancora diramato nessun comunicato, ma si è limitata a dire, sulle pagine del Financial Times, che non si ravvisano violazioni di regole sugli investimenti. 

La vicenda First Brand ricorda quella che aveva coinvolto Credit Suisse nel 2021 e che aveva contribuito al collasso della banca. Anche in quel caso c’erano stati investimenti in una società, la Grensill di Londra, che operava in modo identico, finanziandosi contro cessione di fatture da incassare.

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