Svizzera

F-35A, la Svizzera ne comprerà meno

Per il Consiglio federale la rinuncia non è un’opzione: il DDPS è stato incaricato di acquistare il numero massimo possibile di aerei, nel rispetto del limite finanziario di 6 miliardi di franchi

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Un jet da combattimento F-35 a Payerne

Un jet da combattimento F-35 a Payerne

  • Immagine d'archivio Keystone
Di: Pa.St. 

Per la Svizzera rinunciare all’aereo da combattimento F-35A non è un opzione. Tuttavia, al momento non è possibile procedere all’acquisto del numero previsto di 36 velivoli. Questa è la conclusione a cui è giunto oggi, venerdì, il Consiglio federale, tenendo conto dei costi aggiuntivi e di ragioni legate alla politica finanziaria. Il Dipartimento federale della difesa (DDPS) è pertanto stato incaricato di acquistare il numero massimo possibile di aerei F-35A, rispettando il limite finanziario di 6 miliardi di franchi approvato dal popolo, come si legge in una nota governativa.

Lo scorso giugno era emerso che il prezzo fisso per l’acquisto dei 36 jet militari non sarà rispettato. I colloqui che in estate si sono svolti con gli Stati Uniti hanno infatti mostrato che la Svizzera non può imporre il prezzo fisso stabilito contrattualmente: gli Stati Uniti fanno valere costi aggiuntivi dovuti al rincaro, allo sviluppo dei prezzi delle materie prime e ad altri fattori, ricorda il Consiglio federale.

Il contesto per la difesa aerea

Secondo una verifica effettuata da un gruppo di esperti del DDPS sui requisiti di difesa aerea, emerge che le basi e le opzioni presentate in particolare dal rapporto “Difesa aerea del futuro” del 2017 “rimangono in gran parte valide in vista delle esigenze future”. Tuttavia, “con il rapido sviluppo tecnologico e l’inasprimento della situazione geopolitica, alcuni aspetti si sono accentuati più di quanto si pensasse all’epoca”.

L’acquisto dei nuovi aerei da combattimento F-35A e dei sistemi di difesa terra-aria a lunga e a media gittata - spiega il Governo federale - consentono all’esercito “di proteggere la Svizzera dalle minacce aeree con sistemi moderni in misura limitata”. E aggiunge: “Tredici Paesi europei puntano sugli F-35 e ciò rafforza l’interoperabilità in Europa, ad esempio nello scambio di dati sulla situazione aerea”.

In questo contesto il Consiglio federale ritiene dunque che la rinuncia all’acquisto non sia un’opzione percorribile. Ma respinge una compensazione parziale dei costi aggiuntivi tramite affari offset, come il progetto RIGI, ossia l’assemblaggio finale parziale e il collaudo di quattro F-35A in Svizzera, che contribuiscono a sviluppare il know-how relativo al velivolo da combattimento in Svizzera e a rafforzare l’indipendenza della manutenzione.

Una nuova direzione per la politica di sicurezza

Con il deterioramento della situazione in termini di minacce, il Consiglio federale ha deciso di dare una nuova direzione alla politica di sicurezza della Svizzera per i prossimi anni. È quanto si apprende da un comunicato diffuso venerdì dalla Confederazione.

Nella Strategia in materia di politica e di sicurezza, il Consiglio federale presente tre direzioni di marcia: rafforzare la resilienza (ridurre il più possibile la vulnerabilità e le dipendenze critiche del Paese), migliorare la protezione e la difesa (la capacitâ di prevenire e respingere meglio gli attacchi potenziali ed effettivi), e aumentare la capacità di difesa (essere in grado di difendersi autonomamente nel miglior modo possible da un attacco armato).

Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha indetto la procedura di consultazione della strategia (che terminerà il 31 marzo 2026) e ha incaricato i dipartimenti di procedere alla sua attuazione.

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Via libera ai primi otto F-35

Telegiornale 05.12.2025, 20:00

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