Contrariamente al Nazionale, il Consiglio degli Stati non ne vuole sapere di limitare i mandati dei consiglieri federali dimissionari. Per 31 voti a 9, i "senatori" hanno sposato la tesi difesa dalla commissione preparatoria, ossia che la morale politica non può essere prescritta dalle leggi. Il dossier ritorna alla Camera del popolo.
Per la maggioranza dei "senatori", è sufficiente il memorandum redatto dal Governo, nel quale invita i consiglieri federali a rinunciare ad attività lucrative dopo aver lasciato l'Esecutivo se c'è un potenziale rischio di conflitto di interesse.
Per il Nazionale , invece, un ex consigliere federale non dovrebbe più potersi «riciclare» nell'economia privata a suo piacimento, dopo aver abbandonato le sue funzioni. Con 99 voti contro 87, la Camera del popolo aveva deciso di introdurre un termine d'attesa di due anni.
Un dibattito scaturito dal caso di Leuenberger
Il problema dei potenziali conflitti d'interesse era emerso quando l'ex ministro dei trasporti Moritz Leuenberger era entrato, tre settimane dopo le dimissioni dal Governo, nel consiglio d'amministrazione di Implenia, il numero uno svizzero della costruzione.
ATS/FM