Lorenzo Vinciguerra, tre mesi dopo il rientro in Svizzera al termine di tre anni di prigionia nelle Filippine, è "felice". "Ho lasciato dietro di me l'ombra dal male", ha affermato l'ex ostaggio di Abu Sayyaf, che ha ritrovato il suo impiego di tassidermista al Museo naturale di San Gallo.
Lorenzo Vinciguerra prima e dopo la prigionia
Il viso smagrito e segnato da una cicatrice di 10 centimetri, il 49enne ha raccontato oggi (giovedì) il suo rientro a casa. Della prigionia e della fuga, in dicembre, non può parlare, su richiesta del Dipartimento degli affari esteri. "Se avessi incrociato i miei figli più piccoli, non li avrei riconosciuti", ha detto l'ornitologo dilettante. I bambini avevano 5 e 6 anni quando fu rapito nel febbraio 2012 sull'isola di Jolo.
L'isola di Jolo, dove Vinciguerra fu sequestrato
"Avevo un ginocchio a pezzi, un'ernia, i muscoli atrofizzati per l'inattività. Mi mancano ancora dei denti", ha detto. Ora gli incubi sono finiti, ma restano i timori per il compagno di avventura, un 55enne olandese ancora nelle mani dei ribelli islamici. Il viaggio "non era privo di rischi e ne eravamo coscienti. Per questo sono ancor più fiero di essere riuscito a cavarmela da solo", ha concluso.
pon/ATS