Gli scontri tra tifoserie sono qualcosa di ben noto in Svizzera. Basti pensare, per esempio, alle violenze più volte registrate tra sostenitori del Grasshopper e dello Zurigo. In questo caso si parla di calcio maschile, ma cosa dire di quello femminile? Il Radiogiornale ne ha parlato con Dirk Baier, responsabile dell’Istituto per la prevenzione alla criminalità dell’Alta Scuola di Scienze Applicate di Zurigo (ZHAW) e professore di criminologia all’Università di Zurigo.
Ci sono hooligans nel calcio femminile?
Attualmente non ci sono segnali che indichino la presenza di hooligans legati a squadre femminili. E questo perché da un lato l’interesse e lavisibilità del calcio femminile sono ancora limitati - elementi fondamentali per questo tipo di tifo violento -. Dall’altro, poi, la composizione del pubblico è molto più eterogenea. Ci sono molte più famiglie o persone che si distanziano dalla violenza. E per questi motivi un fenomeno simile non si è sviluppato.
Però è vero che tutto cambia e tutto si evolve e quindi... è potenzialmente immaginabile che si venga a creare un giorno anche attorno al calcio femminile?
Non escludo che in futuro si possa assistere al fenomeno anche nel calcio femminile. Anche perché quest’ultimo ha sempre più visibilità, ha più tifosi, negli stadi si cominciano a vedere coreografie e tifo organizzato. È vero che la situazione può sempre peggiorare, ma ecco, al momento non vedo segnali che indichino frotte di hooligans in avvicinamento al calcio femminile e pronti a “sfruttarlo come palco” per le loro attività violente.
Si potrebbe quindi dedurre un aumento di visibilità potrebbe portare alla creazione di questa scena hooligan?
Il pericolo effettivamente c’è. Più aumenta l’attenzione per questo sport, più questo diventa interessante anche per gli hooligans. Ma sia chiaro: non intendo assolutamente dire che questa possibilità debba essere motivo per diminuire il sostegno al calcio femminile! Anzi, dato che l’eventualità è nota, è possibile tenerne conto nel lavoro di prevenzione - nei prossimi 10 anni - che si potrebbe fare con i tifosi del calcio femminile.
Abbiamo parlato dell’uliganismo attorno al calcio femminile, ruotiamo la prospettiva, ci sono donne... che possono venir definite hooligans?
L’uliganismo è un fenomeno, diciamo, molto maschile. Mi spiego: gli scontri violenti ai quali si è assistito negli ultimi mesi anche qui a Zurigo, hanno visto coinvolti solo uomini. Questo non vuol dire che in questi gruppi non vi siano donne, anzi. Sono in parte le compagne degli hooligans e hanno ruoli ben definiti. Ad esempio, documentano gli scontri con foto e film, aiutano alla coesione all’interno del gruppo, ma questo non vuol dire che siano pacifiche. Verbalmente possono essere molto dure. Sono di fatto hooligans senza partecipazione agli scontri fisici, anche perché sarebbero scontri impari.
Dunque c’è la possibilità che in futuro si crei dell’uliganismo femminile?
Se ci limitiamo alla Svizzera, direi che questo tipo di scenario non è realistico - ovvero che si creino gruppi avversari di hooligans composti da donne pronti a picchiarsi -. Da paesi dove la presenza della polizia e la prevenzione sono inferiori - come in Europa dell’Est e in Russia - abbiamo indicazioni che gruppi di hooligans composti da sole donne si sono già formati e che fuori dagli stadi si picchiano. Analogamente a quanto accade nello sport, è come se si fosse creata una lega femminile degli hooligans. Tornando nel nostro Paese, non credo che ciò possa accadere nella pacifica Svizzera