Svizzera

Il coltellino resta in Svizzera

Nonostante la sfida dei dazi statunitensi, Victorinox non intende delocalizzare la propria produzione. Il CEO: “Non è un’opzione”

  • Oggi, 16:23
  • Oggi, 18:00
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L'azienda è stata fondata a Ibach (SZ) nel 1884

  • Keystone
Di: ATS/AFP/Tieffe 

La produzione dei coltellini svizzeri non verrà delocalizzata all’estero. È quanto dichiarato dal CEO di Victorinox Carl Elsener riguardo alla sfida rappresentata dai dazi doganali decisi dagli Stati Uniti.

Secondo Elsener, il trasferimento all’estero “non è un’opzione”, nonostante gli Stati Uniti siano un mercato chiave per il produttore di coltellini tascabili. “Il marchio è intrinsecamente legato alle sue origini svizzere”, ha sottolineato il CEO all’agenzia di stampa AFP.

Attualmente, l’impresa sta collaborando con i propri team negli Stati Uniti per trovare delle soluzioni. Nel breve termine, spiega Elsener, la situazione non è critica grazie all’aumento preventivo delle scorte negli USA prima dell’entrata in vigore dei dazi. Questo permetterà a Victorinox di mantenere i prezzi stabili fino alla fine dell’anno.

Tuttavia, se i dazi dovessero persistere, l’impatto finanziario potrebbe essere significativo. “Prevediamo costi aggiuntivi fino a 13 milioni di dollari all’anno a partire dal 2026”, ha spiegato Elsener.

Per mantenere la competitività, Victorinox sta valutando diverse opzioni, tra cui possibili aumenti di prezzo nel prossimo anno e l’eventuale spostamento di alcune fasi produttive, come la pulizia finale o l’imballaggio dei coltelli professionali, direttamente negli Stati Uniti.

03:21

Dazi e incertezza

Il Quotidiano 12.08.2025, 19:00

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