Il Gran Consiglio vodese ha adottato martedì in prima lettura una disposizione volta a rimediare alle disfunzioni constatate in relazione all'uccisione della 19enne Marie da parte di un recidivo nel maggio del 2013 a Payerne. Il dibattito proseguirà la settimana prossima.
In pratica, i terapeuti che hanno in cura un detenuto potrebbero essere costretti a comunicare alle autorità penitenziarie le informazioni in loro possesso. Minacce, possibili aggressioni o preparativi d'evasione di cui dovessero essere a conoscenza farebbero parte dei ragguagli da trasmettere. In ogni caso, com'è stato specificato, la procedura non intaccherebbe il segreto medico.
La ragazza fu rapita e poi ammazzata da un 36enne già condannato per stupro e omicidio dell'amica e, in quel periodo, agli arresti domiciliari e sottoposto a cure psichiatriche.
ATS/dg
RG 08.00 del 18.02.15 - Il servizio di Camilla Mainardi