Quando la burocrazia si impantana e le richieste dei cittadini cadono nel vuoto, a volte serve un pizzico di ingegno (e un po’ di compensato) per smuovere le acque. È quanto accaduto a Münchwilen, una tranquilla località della Svizzera orientale, dove un “radar finto” ha innescato un dibattito sulla sicurezza stradale che ha superato i confini comunali.
La storia, raccontata con un pizzico di stupore e ironia alla trasmissione radiofonica “Casa Svizzera” da Stefania, una abitante di Münchwilen, ha come protagonista Stefan Müller. Stanco di vedere le auto sfrecciare a tutta velocità davanti alla sua abitazione, Müller aveva tentato invano di ottenere dalle autorità locali misure come dossi o l’abbassamento del limite di velocità da 50 a 30 km/h. Di fronte ai continui “no”, ha deciso di prendere in mano la situazione, o meglio, il seghetto. Insieme ai suoi vicini, Müller ha così ideato e costruito un radar artigianale, realizzato in compensato e dotato di uno specchio per simulare il flash notturno. L’obiettivo? Far rallentare gli automobilisti e, soprattutto, attirare l’attenzione su un problema ignorato. E l’attenzione è arrivata, eccome. Il “radar finto” è diventato subito l’argomento del giorno, scatenando discussioni sulla sua legalità e sulla sua efficacia.
La polizia, interpellata sulla questione, ha dato il suo benestare, dichiarando che nel momento in cui non ci sono loghi ufficiali delle autorità, dal momento che è posto in un terreno privato e se non intralcia in nessun modo la visuale o la manovra, allora non vi sono problemi. Un via libera che ha trasformato il “radar finto” da curiosità locale a simbolo di una protesta pacifica ed efficace.
L’iniziativa ha avuto un successo tale che, come testimonia Stefania alla trasmissione “Casa Svizzera”, anche nei comuni limitrofi gli è stato chiesto di poter ricevere un apparecchio finto. Un’onda di sensibilizzazione che, per il momento, Müller non intende cavalcare a fini commerciali, mantenendo la sua invenzione un simbolo di impegno civico. La strada in questione, che collega Sirnach a Münchwilen con un limite di 50 km/h, è stata teatro di un’escalation di eventi. Dopo la comparsa del primo radar, l’oggetto è stato rubato e ritrovato in un bosco. Un episodio che ha spinto Müller a ricostruirlo in maniera più robusta, con blocchi di cemento, a dimostrazione della sua determinazione.
Alla fine, l’obiettivo è stato raggiunto: il tema della sicurezza stradale è salito all’attenzione politica e ciò ha permesso di ottenere una riqualificazione della zona e quindi il passaggio da un limite 50 al 30, rendendo di fatto il finto radar un oggetto utile alla causa ma ormai obsoleto.
Münchwilen rallenta, Mat Erba vola sull’acqua
Casa Svizzera 09.12.2025, 09:10
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