Il ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande delle Alpi, potrebbe scomparire entro il 2100 se non verranno prese misure contro il cambiamento climatico. Lo rivela uno studio condotto da Legambiente, CIPRA Italia e la Fondazione glaciologica italiana.
Secondo i dati di Glamos, la rete svizzera di monitoraggio dei ghiacciai, l’Aletsch si sta ritirando in media di 40 metri all’anno dal 2000. Gli esperti avvertono che, se questa tendenza continuerà, nel 2100 rimarranno solo placche di ghiaccio alle quote più elevate.
“Il ghiacciaio dell’Aletsch assomiglia a un oceano di ghiaccio in grande difficoltà, nonostante le ultime nevicate di luglio”, hanno dichiarato gli scienziati durante una conferenza stampa a Naters, in Vallese.
La situazione preoccupa gli esperti non solo per la perdita di ghiaccio, ma anche per i rischi che comporta. Marco Giardino, professore di glaciologia all’Università di Torino, spiega: “La diminuzione del volume del ghiacciaio ha innescato deformazioni sul versante sinistro della valle, con fratture sempre più grandi”.
Il riscaldamento climatico è il principale responsabile di questa situazione. Nelle Alpi, le temperature sono aumentate di 2,9 gradi dall’epoca pre-industriale, secondo il Servizio climatico svizzero (MeteoSvizzera).
La sesta edizione della Carovana dei ghiacciai per sensibilizzare
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici, Legambiente ha organizzato la sesta edizione della “Carovana dei ghiacciai”. Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi dell’associazione, ha presentato un manifesto che chiede all’Unione Europea di migliorare il monitoraggio dei ghiacciai e di sviluppare collaborazioni internazionali.
Il documento, sostenuto da 80 enti tra cui università, ONG e agenzie ambientali – tra cui anche CIPRA Svizzera e Pro Natura – affronta vari aspetti legati alla crisi dei ghiacciai: biodiversità, turismo, instabilità delle montagne ed ecosistemi.
L’Aletsch è il secondo ghiacciaio svizzero analizzato da Legambiente dopo quello del Morteratsch, nei Grigioni. Patrimonio mondiale dell’UNESCO, oggi misura solo 20 km di lunghezza.
Gli esperti sottolineano l’importanza di studi approfonditi per prevedere l’evoluzione dell’ambiente alpino e gestire al meglio il territorio, citando anche il positivo caso di Blatten. La scomparsa dei ghiacciai non è solo una perdita ambientale, ma rappresenta anche una minaccia per la stabilità delle montagne e le comunità che vi abitano.

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