In ambito medico, l’intelligenza artificiale (IA) aiuterà a stabilire la terapia da seguire dopo un infarto miocardico acuto (si tratta del tipo più comune, che si verifica quando un coagulo ostruisce il flusso sanguigno all’interno delle coronarie). A rendere possibile questo impiego dell’IA è il lavoro, i cui risultati sono appena stati pubblicati, svolti da un team internazionale di ricerca guidato dall’Università di Zurigo.
L’autore della ricerca lo mette comunque subito in chiaro: la decisione sulla tempistica e sul tipo di intervento “resta del medico curante, che se ne assume la responsabilità” afferma Florian Wenzl, interpellato dal Radiogiornale della RSI. E spiega: “Quello che noi mettiamo a disposizione è uno strumento che lo aiuti in questo processo”. Le indicazioni dell’intelligenza artificiale si basano sull’analisi dei dati di 600’000 pazienti raccolti in Europa, in particolare in Regno Unito, Svezia e Svizzera.
Come funziona? “Quando ad esempio arriva in ospedale un nuovo caso, è possibile inserire nel sistema informazioni come l’età, il genere e i valori del sangue, ottenendo indicazioni basate sull’analisi dei dati precedenti relative a possibili sviluppi o complicazioni sul breve-medio termine”. Si ha così una sorta di previsione su quale tipo di terapia ha maggiori effetti positivi sul paziente.
“Ci sono situazioni - continua il ricercatore - nelle quali il paziente necessita l’inserimento con un catetere di uno stent nella coronaria già nelle prime dodici ore dall’inizio dei problemi. In altri casi può invece essere più utile attendere qualche giorno prima dell’intervento. Ecco, il nostro modello offre al cardiologo dei dati oggettivi che gli permettono di prendere decisioni come queste”.
Considerato una svolta per la medicina personalizzata e già pronto per essere integrato nei sistemi informatici ospedalieri, il sistema dovrebbe dunque migliorare la vita di chi subisce un infarto.
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Moby Dick 14.06.2025, 10:00
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