Dal 2019, in seguito a una decisione del Tribunale federale, le casse malati devono rimborsare fino a 52 franchi all’ora chi assiste i propri familiari a casa. Tuttavia, per poter accedere a questa compensazione, la persona deve essere formalmente impiegata da un’azienda Spitex, specializzata in assistenza domiciliare familiare. Queste aziende forniscono supporto professionale ai familiari curanti trattenendo così parte del rimborso erogato dall’assicurazione sanitaria di base. A spiegarlo è stata un’inchiesta della SonntagsZeitung, che ha cercato di fare luce su questo nuovo mercato.
Dopo la sentenza, queste organizzazioni hanno conosciuto una rapida espansione, arrivando a generare, solo nel terzo trimestre del 2024, un fatturato di 24 milioni di franchi. Secondo Santésuisse, però, i costi di questi servizi potrebbero già quadruplicare nel 2025, superando i 100 milioni. Questo aumento potrebbe tradursi in un impatto diretto sui premi delle casse malati, con un incremento di “vari punti percentuali”, come ha sottolineato Verena Nold, dell’Ufficio federale della sanità pubblica, in un’intervista al domenicale.
Attualmente, i costi per l’assistenza ai familiari rappresentano solo lo 0,3% dei premi, con circa 600’000 svizzeri impegnati nella cura di un proprio caro. Tuttavia, Nold osserva con preoccupazione la tendenza di crescita del settore: “Il potenziale è enorme”, ha dichiarato, aggiungendo che “anche se in futuro solo una parte di questi servizi dovesse essere coperta dall’assicurazione di base obbligatoria, i costi raggiungerebbero facilmente miliardi”.
Implicate anche CSS ed Helsana
La SonntagsZeitung ha sottolineato come due delle principali casse malati svizzere, Helsana e CSS, siano coinvolte in questo mercato. Nei loro rapporti annuali, infatti, risultano partecipazioni nella società tedesca Entyre GmbH, che gestisce in Svizzera l’azienda Pflegewegweiser, con sede a San Gallo, specializzata proprio nei servizi Spitex.
Questa partecipazione ha sollevato critiche e sospetti di conflitto d’interesse. Come ha spiegato l’esperto di casse malati Felix Schneuwly alla SonntagsZeitung: “Il compito delle assicurazioni è monitorare che le aziende non fatturino prestazioni ingiustificate. Tuttavia, quando sono coinvolte finanziariamente, possono avere un incentivo a valutare le prestazioni in modo più generoso di quanto previsto dalla legge”.
Da parte loro, le casse malati respingono le accuse, sottolineando che la partecipazione in queste aziende non è né insolita né illegale. Helsana ha evitato di specificare la propria quota di partecipazione, mentre CSS ha dichiarato di detenere il 4% delle azioni. Nico Nabholz, portavoce di Helsana, ha inoltre evidenziato le attuali difficoltà nel settore dell’assistenza familiare, sottolineando la necessità di investire in soluzioni innovative.
Un’opinione condivisa anche dal professor Stefan Felder, economista sanitario all’Università di Basilea, che ha spiegato al domenicale: “Considerando la carenza di personale prevista a causa dell’invecchiamento della popolazione, è comprensibile che le casse malati cerchino soluzioni per garantire l’assistenza in futuro”. L’assistenza familiare a domicilio, infatti, contribuisce ad alleggerire il carico sul sistema sanitario.
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SEIDISERA 29.10.2024, 18:41
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