Svizzera

Tribunale federale, nessun risarcimento per un ex azionista di Credit Suisse

L’uomo aveva perso quasi tutti i soldi investiti a causa dell’acquisizione da parte di UBS e per questo aveva denunciato la Confederazione

  • 7 ottobre, 13:22
  • 7 ottobre, 20:22
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  • Archivio Keystone
Di: ATS/ludoC/M. Ang. 

Nessun indennizzo. Il Tribunale federale (TF) ha respinto martedì la causa intentata da un azionista di Credit Suisse (CS) contro la Confederazione in relazione all’acquisizione della grande banca da parte di UBS. L’uomo aveva chiesto un risarcimento danni pari a circa 140’000 franchi.

Il ricorrente aveva motivato la sua azione legale sostenendo che le misure di emergenza adottate dal Consiglio federale in relazione all’acquisto, nel 2023, avrebbero portato a una sostanziale espropriazione delle sue 12’000 azioni. Ciò gli avrebbe causato un danno pari a 140’783 franchi.

Secondo il querelante, con l’emanazione dell’ordinanza di necessità nel marzo 2023, il Consiglio federale avrebbe agito in modo illegittimo. Avrebbe infatti violato i principi dello Stato di diritto sanciti dalla Costituzione federale, il divieto d’arbitrio, la garanzia della proprietà e il divieto di restrizioni eccessive dei diritti fondamentali.

Tra il 2014 e il 2022, l’uomo aveva investito quasi 150’000 franchi in azioni di Credit Suisse. Con la conversione delle azioni in titoli UBS al momento della fusione ha ricevuto soltanto circa 9’000 franchi.

La giudice federale Florence Aubry Girardin ha pronunciato la sentenza al termine di un’udienza pubblica a Losanna la cui motivazione scritta seguirà in un secondo momento. Al ricorrente verranno addebitate anche le spese processuali, pari a 5’000 franchi.

La Confederazione si difende

La Confederazione non ha commesso alcun errore, hanno sostenuto due collaboratori del Dipartimento federale delle finanze (DFF). Affinché lo Stato possa essere ritenuto responsabile, uno dei suoi funzionari deve aver compiuto un atto illegale che abbia causato un danno. Non sussistono quindi i presupposti per un’azione di responsabilità dello Stato. Inoltre i rappresentanti della Confederazione hanno ricordato i rischi delle operazioni azionarie. Già nell’autunno 2022 era emerso che il CS versava in difficoltà finanziarie. In realtà, consentendo l’acquisizione della grande banca da parte di UBS, la Confederazione ha preservato l’azionista del CS, che ha poi fatto ricorso, dalla completa perdita di valore delle sue azioni.

Nel gennaio 2024, il ricorrente aveva inizialmente presentato una richiesta di responsabilità dello Stato al Consiglio federale. Quest’ultimo l’aveva respinta nell’aprile 2024, sostenendo di aver agito in modo appropriato, legittimo e proporzionato in relazione all’acquisizione bancaria. Il ricorrente ha quindi portato il caso davanti al Tribunale federale.

La causa precedente da parte di una coppia

In un precedente caso discusso a maggio, una coppia aveva promosso un’azione nei confronti della Confederazione. Poco prima del crollo di Credit Suisse, la coppia aveva acquistato 38’000 azioni dell’allora grande banca. Nella fattispecie, il TF ha sostenuto che il calo del corso delle azioni CS era già avvenuto prima dell’acquisizione d’emergenza. Le azioni non avevano quindi perso valore a causa dell’ordinanza di necessità del Consiglio federale.

Nel pronunciare la sentenza, la presidente del tribunale ha però sottolineato che la decisione odierna era valida solo per questo caso specifico.

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UBS Credit Suisse: il TF dà ragione alla Confederazione

SEIDISERA 07.10.2025, 18:00

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Notiziario 07.10.2025, 10:00

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