La Schindler cancellerà, entro la fine del 2017, 120 dei 200 posti attualmente offerti nella fabbrica di Ebikon, comune dove si trova anche la sede aziendale, in cui vengono realizzate componenti per ascensori destinate all'estero. Il costo del lavoro nella Confederazione, il sovradimensionamento dello stabilimento rispetto alla produzione odierna e la volontà di avvicinarsi al mercato asiatico, dove gli affari sono in costante ascesa a differenza di quelli europeo e americano, hanno determinato la decisione del gruppo lucernese.
Nella misura del possibile, verranno evitati i licenziamennti, precisa il comunicato diramato martedì, in cui si ricorda che la società in Svizzera ha in organico quasi 3'000 persone, tra le quali 300 apprendisti.
Un'osservazione che non è bastata per smorzare la reazione dei sindacati. Unia, in particolare, ha condannato la scelta, chiedendo alla multinazionale di cessare la sua politica di delocalizzazione e d'impegnarsi affinché nel paese venga mantenuta anche l'attività produttiva, pena la progressiva perdita di conoscenze.
ATS/dg
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