La mascherina è diventata ormai un simbolo della pandemia che molti portano ovunque, a partire dai luoghi pubblici. Si tratta pur sempre di una barriera che impedisce di vedere il viso della persona e in alcuni casi crea qualche problema come sottolineato da Diana Baatar, animatrice che per molti anni ha raccontato favole in ospedale ai bambini malati.
Così, dopo due anni di ricerca, ben prima dell’epoca Covid-19, il Politecnico federale di Losanna e l'Istituto sui materiali di San Gallo hanno trovato una soluzione.
"Quando racconto delle storie – dice l’animatrice - utilizzo molto il mio viso per creare una complicità con la persona a cui sto parlando. E quindi coperta da una mascherina mi sono sempre trovata male. E ho sempre desiderato levarmela per creare un legame. Per me la mascherina, non c'è ombra di dubbio, crea una distanza sociale".
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RSI Info 29.04.2020, 07:45
Tanto ha fatto che ha convinto un ricercatore dell'EPFL a provarci con l'obiettivo di creare una mascherina porosa e trasparente.Thierry Pelet, capo progetto "HelloMask" ha spiegato mostrando questa mascherina frutto di due anni di ricerche, che è strutturata con materiale composito fatto di diversi polimeri, scelta fatta per privilegiare materie biodegradabili. Ed è molto utile per chi ha problemi di udito e quindi legge le labbra. I primi prototipi saranno testati all'ospedale universitario di Ginevra dal 2021.