Il nome è curioso: affitto sedia. Il fenomeno però preoccupa il settore dei parrucchieri. Con questo sistema il proprietario del salone scarica il rischio aziendale sul collaboratore. Invece di versare uno stipendio agli impiegati e incassare i soldi dai clienti, affitta le poltrone ai parrucchieri. Sta poi a loro trovare sufficiente clientela. Un fenomeno noto da tempo ma ora in forte crescita, conferma Davide Bianco, presidente della sezione ticinese dell'associazione di categoria “coiffureSUISSE”.
“L’affitto sedia non è né legale, né vietato”, spiega. “Ci sono varie restrizioni da seguire. Per esempio devono essere riconoscibili, all’interno del medesimo locale, due aziende distinte e separate, con differenze ben visibili ai clienti.”
Ma raramente è così, secondo Bianco. Verificare finora era difficile. Dal primo di marzo, con l’entrata in vigore del nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL), viene definita una lista di criteri per identificare i falsi indipendenti. La Commissione paritetica potrà quindi controllare e segnalare le infrazioni.
In Svizzera secondo “coiffureSUISSE” ci sono troppi saloni. Pro capite sono il doppio rispetto alla situazione in Germania o in Francia. Col salario minimo per non qualificati* e i controlli della Commissione paritetica il settore cerca di calmare il mercato, impedendo quella che definisce una "rovinosa battaglia dei prezzi".
Alan Crameri
RG 08.00 del 23.02.2018 Il servizio di Alan Crameri
RSI Info 23.02.2018, 09:00
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* Col nuovo CCL, che il Consiglio federale ha dichiarato di obbligatorietà generale, si applica anche il nuovo salario minimo per parrucchieri senza diploma riconosciuto. Parte da 3'400 franchi, e raggiunge i 3'800 franchi dopo cinque anni d’esperienza. Con questa misura il settore vuole combattere il dumping salariale, bandendo gli stipendi più bassi diffusi soprattutto tra impiegati frontalieri o immigrati.
RG 08.00 del 23.02.2018 Il servizio di Alan Crameri
RSI Info 23.02.2018, 09:00
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